(v.zagn) 1) Il rinnovo di Berardi, sino al 2024 con il Sassuolo. Gli alti e bassi delle scorse stagioni, la partenza fulminante di questa, come nell’anno dell’Europa league. I no alla Juve e all’Inter, diventa un giocatore bandiera. Si era seduto, anni fa, dopo il primo grande contratto, sicuramente ha inciso anche la scomparsa di Squinzi. Da professionista è solo nel Sassuolo, avrà 30 anni, a fine contratto.
2) Sacchi ha detto no al Monza, in serie C: la sua serie C, Rimini, Parma, la partenza dal Fusignano in seconda categoria, Alfonsine, Bellaria in serie C. L’ultima panchina fu per un mese a Parma: “Sto bene, ma non posso allenare”, nel 2001, al Tardini, c’ero, disse divorato dall’ansia del perfezionismo.
3) Quella voglia eccessiva di cambiare di Gianni Infantino. Il mondiale per club ogni 4 anni, la cancellazione della Confederation Cup che comunque aveva un fascino, una storia. E’ alternativa alla Superlega ma riduttiva, ogni 4 anni. La storia della coppa Intercontinentale, tra vincitrice di Champions e di Libertadores, già il mondiale per club aveva diluito la magia. E poi tutti i cambiamenti fatti da Infantino nel calcio, non tutti positivi.
4) I record di Salvatore Esposito, 17 anni, lo sprint da rigore. Cosa facevano a quell’età i campionissimi. Chi si è perso, Vincenzo Sarno pagato 120 milioni di lire a 14 anni e arrivato al massimo in serie B.
5) Gianfranco Bellotto tornato ad allenare in promozione, al Treviso, a 70 anni. Fece bene in B dal ’97 al 2000, con il professionismo aveva chiuso nel 2008, a Novara, in C1, poi una parentesi a Ragusa. Gli parlai anni fa, neanche seguiva più il calcio. Passerà alla storia come quello che non faceva giocare Amantino Mancini nel Venezia, prima dell’esplosione alla Roma. Un’ironia che gli ha sempre dato fastidio. Le panchine senza età, insomma. Panoramica.
6) Un Ghirardi fra i consiglieri del Brescia, Aldo. “Il nonno era fratello di mio nonno”, mi conferma Tommaso, dunque sono cugini. “E’ un altro imprenditore, siamo in ottimi rapporti”. Con Cellino si dice da anni che ci sia Ghirardi, dietro, e questa in parte è una conferma.
7) Il solito azzardo di Preziosi, il debuttante Thiago Motta, che mai ha allenato fra i professionisti. Resta il guardiolismo un fenomeno particolare, passi da un 66enne, Andreazzoli, a un classe ’82. Era già un allenatore in campo ma è un rischio notevole. A Preziosi andò male già con Liverani, che poi sarebbe emerso fra Terni e Lecce. I richiami hanno sempre un fascino. Cristiano Lucarelli torna a Catania, era arrivato in semifinale playoff. Il nome dell’ex giocatore resta spesso un richiamo. Thiago Motta, appunto.
8) Due fra i maggiori campionati sghembi, assurdo che manchi una squadra nella serie a di basket e di volley maschili, da inizio stagione, Avellino non si è iscritta nella pallacanestro. Il volley è sceso da 15 a 13 squadre.
9) Tennis, Gaudenzi presidente atp, la carriera da manager dei diritti tv. anni fa da ex mi raccontava che il ct in coppa Davis conta nulla, si riferiva a Barazzutti, in particolare.
10) La morte di Fides Romanin, prima donna portabandiera, alle Olimpiadi invernali di Oslo, nel 1952. Vive, invece, Miranda Cicognani, la forlivese della ginnastica, prima portabandiera alle Olimpiadi estive, sempre nel ’52.