E’ vero, qualcuno si è divertito a dare a Francesco Guidolin, veneto di Castelfranco, grande allenatore, del prete falso, un po’ come si dice di Prandelli, forse per quella faccia pulita che entrambi si ritrovano, oppure per quel loro modo di esprimersi sempre con toni pacati e mai sbraitando come fanno altri colleghi.
Conosco Guidolin da 20 anni, forse più, era l’allenatore del Fano, in serie c1 quando io avevo giocatori miei assistiti come Hubner, Zauli, Medri, Cevoli , fu l’anno dell’esplosione di Darione Hubner che a fine anno portai a Cesena,. Guidolin cominciò pure lui la sua carriera in terra marchigiana, carriera che lo portò poi a Ravenna con il d.s. Servadio, e con Corvetta presidente e da dove poi spicco il volo per la serie A.
Francesco non ha bisogno di presentazioni, la sua carriera parla da sola, ha sempre avuto squadre di mezzo cabotaggio, centrando sempre gli obiettivi prefissati, a Bologna subì la beffa del 5 maggio, che evidentemente non fu ne fasta solo per l’Inter, arrivo’ a giocarsi l’ultima gara a Brescia da 4° , posizione che allora garantiva la Champion, poteva arrivare 5 o 6 e sarebbe andato in UEFA, perse quella gara e finì settimo, quindi senza coppe, una delusione tremenda. Non riscattata dalla finale di Intertoto persa, con il Fullham.
Voglio raccontare un inedito: due stagioni fa, aveva il contratto ancora di un anno con l’Udinese, ma aveva voglia di provare a cimentarsi con una grande, dopo aver raggiunto con i friulani mete impensabili, parlando con Baldini allora d.g. della Roma che stava scegliendo il nuovo allenatore, dopo che Mazzarri aveva declinato l’invito e aveva firmato con l’Inter, io proposi al d.g. giallorosso di prendere Guidolin e, avendo un buonissimo rapporto con lui, mi offrivo per fargli avere un incontro.
L’idea a Baldini piacque e mi diede mandato per contattarlo, lui rimase contento e si capiva che aveva voglia di provare questa avventura, ma aveva dato la parola ai Pozzo che sarebbe rimasto per un ultimo anno, io andai a casa sua a Castelfranco per provare a convincerlo, ma non ci fu modo di smuoverlo, cmi disse testuale: “Vanni mi piacerebbe, ma non posso, ho dato la mia parola alla mia gente…” E fu così che la Roma prese Garcia.
Ecco in un mondo dove neppure i contratti scritti valgono, lui rimase per la parola data, questo è Francesco Guidolin, un uomo mite, ma da non confondere con debole, un uomo tutto di un pezzo, ha voluto staccare un po’, lo stress lo aveva divorato, aveva bisogno di ricaricare le pile, ora è di nuovo pronto, presto tornerà in pista, statene certi, ma non chiamatelo prete falso, bensì uomo vero.
di Vanni Puzzolo