Dunque è Olimpiade, per l’Italia, l’11^ consecutiva. Sembrava impossibile, alla vigilia della coppa del mondo, con questo ct dal volto da ragazzo, Chicco Blengini. Gianlorenzo Blengini, già vice di Mauro Berruto.
L’Italia batte la Polonia in 4 set, fa giusto quanto era indispensabile per rientrare fra le prime due. Si era complicata il discorso concedendo due set all’Argentina di Julio Velasco, a Tokyo si aggiudica il primo dell’ultima gara, concede il secondo ma poi ne mette due.
“Conta chi mette l’ultimo cazzotto, non quello che succede durante la scazzottata”, dice il ct tifoso del Torino.
Nel terzo set, è il 19enne Giannelli a schiacciare il 18-13, lui che sarebbe un palleggiatore. Zaytsev esulta a petto in fuori, scaricando la tensione prima del quarto parziale, decisivo. Fossero arrivati al tiebreak, gli azzurri avrebbero dovuto sperare che l’Argentina, già eliminata dalla corsa ai primi due posti, fermasse gli Stati Uniti.
Invece il muro di Osmany Juantorena e la pipe di Lanza valgono il 11-6. L’occhio di falco è fondamentale perchè interrompe la serie di Kubiak al servizio, ravvisando un ace fuori e dapprima concesso. L’Italia attacca bene al centro, con il 25enne Matteo Piano. Poi Juantorena piazza un muro decisivo. Arriva un ace di Giannelli, Kubiak mette fuori e così l’Italia mantiene quei 3-4 punti di margine. Allunga con capitan Buti che ha una piccola cresta, alla Lucchetta. Gli occhi spiritati di Zaytsev significano che il traguardo è vicino. Adesso c’è pure il challenge system per spezzare il ritmo agli avversari.
Il muro a tre regala 4 matchpoint, al secondo la Polonia sbaglia la battuta e così l’Italia si abbraccia al centro del parquet.
Nel volley la qualificazione è complicata, per le squadre europee. Passare significa già essere, con ogni probabilità, fra le migliori 6 del mondo, a Rio. Festeggia Buti, capitano e premiato come migliore sul parquet.
Italia-Polonia 3-1: 26-24, 22-25, 25-22, 25-19.
