Doriano Rabotti, modenese, giornalista del “Resto del Carlino”, ha impreziosito la sua produzione editoriale con un’altra gemma dedicata al volley. Dopo un libro che illustra la carriera di Andrea Giani, unico pallavolista a partecipare a cinque edizioni delle Olimpiadi, da Seul 1988 ad Atene 2004, ora ha scritto un saggio su Marco Bonitta, ct della nazionale italiana femminile.
Dall’altare alla polvere e ritorno, passando per la rabbia e il perdono, non soltanto sul campo da pallavolo: la storia di Marco Bonitta, allenatore della nazionale femminile italiana di volley, è fatta di grandi successi, delusioni brucianti e riscosse clamorose. Primo e unico ct italiano a vincere un campionato mondiale sotto rete, nel 2002 a Berlino, il tecnico ravennate si confessa raccontando non soltanto i tanti successi colti sul campo, ma anche le delusioni che ha saputo trasformare in energia positiva, reinventandosi ogni volta come uomo e come sportivo.
Dietro la bella prestazione dell’Italia nel recente mondiale del 2014, concluso a Milano con un quarto posto che in termini di popolarità è valso quanto una medaglia d’oro, c’è un uomo che ha sfruttato la seconda occasione. Un uomo che è salito sul tetto del mondo, ma poi è caduto dalla sua panchina per volere delle sue stesse giocatrici, alla vigilia dei Mondiali del 2006. Un uomo che poi si è rimesso in discussione, ripartendo dal basso per arrivare ad essere richiamato a furor di popolo alla guida dell’Italia.