Vanni Zagnoli
Oggi è l’ultima del Parma in serie A, dopo un quarto di secolo a buoni livelli, talvolta eccellenti, con 8 coppe, meno una stagione di serie B, con campionato vinto a una giornata dalla fine.
Insomma, 25 anni di grandi calcio e un punto interrogativo adesso enorme. Serie B o D, si chiedono tutti, come in una spy story. Chissà, magari il giusto mezzo sarebbe la Lega Pro, se si potesse usare la regola del buon senso. Perchè il Parma è retrocesso e fallito, ma perchè non deve perdere altre categorie?
Lo chiedono i tifosi delle province vicine, nel resto d’Emilia dove capita di andare: a Reggio e a Modena, a Bologna e a Piacenza, a Cesena e anche nelle piazze di Lega Pro.
Prendete la Spal, è fallita due volte e ancora è in Lega Pro, è lontana dalla serie A dal ’66-’67.
Resto convinto che il Palazzo, che il presidente federale Tavecchio si auguri la serie B, per evitare di malfigurare. Il Parma salvo, in B, a prescindere – non importa se solido – farebbe piacere a tutti, esclusi appunto agli sportivi che sognano un calcio con pari opportunità per tutti. Perchè la Fiorentina è finita in C2, non in B, con il crack Cecchi Gori, perchè il Palermo addirittura finì in Terza categoria, quando il Parma era in B, e poi acquistò un’altra società in D.
Ma torniamo alle lacrime, per questo Parma per l’ultima volta in A, almeno per un anno. “Per chi l’ha visto e per chi non c’era”, dice la canzone “La mia banda suona il rock”, di Ivano Fossati. Ecco, per chi l’ha visto e per chi non c’era, il Parma le ha suonate spesso, anche alle grandi, ai grandi allenatori, a quei grandi antipatici, Lippi e Capello, o quegli ex prima o poi avversari, Ancelotti e Sacchi. O magari li ha fatti spaventare e basta.
Nel caleidoscopio di emozioni da stadio Tardini ci sono i cori: “Benarrivo-Di Chiara olè, Benarrivo-Di Chiara olè”. E poi il “25 aprile” è nata una p…, Ac Reggiana. Reggio…”.
E poi il coro per Sandro Melli, intonazioni che dalla tribuna nemmeno sono chiarissime, con il dubbio di avere sentito male. “Ma come, che c’entra Melli, dopo 20 anni?”. Già, adesso è solo un team manager disilluso, che quasi su facebook aveva insultato gli ex Ghirardi e Leonardi, che sono scappati dopo avere mentito a tutti e dopo avere tacitato il suo pensiero.
Nella memoria ci sono gol incredibili, rimonte al 92′ con la Juve firmate Crespo, emozioni, delusioni. “Cattivi pensieri, grandi destinazioni”, sempre per dirla con Ivano Fossati.
Cattivi pensieri contro gli arbitri, contro moggiopoli e non solo. Grandi destinazioni per le coppe europee, per quegli 8 trofei in un decennio. Frutto anche di quegli artifici contabili della Parmalat iniziati nel ’90, dunque dal Parma neopromosso in A.
Certo, sarebbe da discutere, come le coppe della Lazio di Cragnotti, come tutti i trofei figli del doping amministrativo.
Trofei, però, sul campo, per il Parma, sempre ultrapuliti, figlio di un calcio spettacolare, generoso, ardimentoso, di un catino fascinoso, di un pubblico trascinato e trascinante, soprattutto con Nevio Scala.
Una storia di torti arbitrali, di campioni e bidoni, di applausi e lacrime, di campioni rimasti a Parma fin troppo, per il loro valore, ovvero Buffon, Thuram e Cannavaro. Di gente onesta ovunque escluso dove conta, cioè il signor Calisto Tanzi. Che però ha fatto vivere sogni. Come il signor Tommaso Ghirardi. Di cui adesso abbiamo capito il motivo del sovrappeso. Lo stress, la paura di fallire, la paura che gli artifizi contabili finissero al vaglio della guardia di finanza, per un gioco popolare da “guardie e ladri”.
In fondo dobbiamo tanto anche a Ghirardi e a Leonardi, perchè al pubblico hanno fatto vivere emozioni e, sul campo, una qualificazione europea. Hanno portato Ranieri in panchina e Cassano in campo, Donadoni in panchina e Josè Mauri in rampa di lancio, Mirante fra i pali e Cassani in fascia. E Giovinco e Giuseppe Rossi. Giovinco e Giuseppe Rossi. Giovinco e Giuseppe Rossi. E Cassano.
Diciamo la verità, nessuno a Parma sarebbe stato appagato da salvezze in stile Chievo, sgraffignate, difesa e contropiede, serietà e applicazione. Meglio l’emozione. di Giuseppe Rossi, Giovinco e Cassano. Per chi li ha visti e per chi non c’era.
Ci siamo divertiti tutti, grazie a Ghirardi e Leonardi, tutti. Per chi li ha visti e per chi non c’era. “E per chi quei giorni lì inseguiva la sua chimera”. Ecco, la chimera, il successo personale, di squadra, di città, di tutto. Hanno osato troppo, si sono avvicinati al sole e le ali si sono bruciate, come nella leggenda.
Perchè senza Ghirardi e Leonardi, probabilmente, l’emozione si sarebbe interrotta nel 2006, con l’amministrazione straordinaria inventata dall’ad dell’epoca, Luca Baraldi.
Andatevi a vedere gli almanacchi. Certo, Ghirardi e Leonardi almanaccavano per colmare il gap nei confronti delle grandi, hanno sbagliato per arricchirsi ma pure per troppo amore. Troppo amore come hanno i tifosi del Parma.
E in fondo, allo stesso modo, senza i “trusti” del cavalier Calisto Tanzi quegli 8 trofei non sarebbero arrivati e allora le urla sarebbero state attenuate. La bacheca resti, gli uomini passano.
Si chiude un’epoca, si trattengono le lacrime. “Chiudiamo in gloria, amore mio”, dice Francesco Guccini. Ecco, amore Parma lo è per tanti. Il più emozionante possibile. Meglio in serie B che in D, no? Meglio da vertice indebitato che con i conti a posto ma nell’anonimato. Perchè poi la piccola Parigi è arcicritica anche nella prima metà della serie A, figurarsi in D o in una B traballante, no?
Perchè per una società di vertice i soldi non sono mai abbastanza e chi li ha li tiene stretti, oggi più che mai.
“Ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni. Credete che per questi 4 soldi, questa gloria da str… Va beh, lo ammetto che mi sarò sbagliato, accetto il crucifige e così sia”. Ecco, Ghirardi e Leonardi forse avrebbero fatto lo stesso, forse Leonardi lo farà anche altrove, se non verrà condannato dalla giustizia, almeno sportiva.
Restano le emozioni, le distrazioni, le coreografie. 25 anni di grande sport, della piccola Parigi, che magari tornerà grande. Ma senza debiti. Con fairplay in campo e finanziario.