Vannizagnoli.it show. Bisoli esonerato per la seconda volta nella stessa stagione. Quando Sonetti retrocedette, di fatto, dalla serie A e anche dalla B. I contro allenatori. Fonseca al Lione. L’accantonamento di bandiere costose

Bisoli ha segnato il gol del vantaggio bresciano (gazzetta.it)

di Silvia Gilioli

Il Brescia esonera Pierpaolo Bisoli, il padre di Dimitri, giocatore simbolo. E’ il secondo licenziamento nella stessa stagione per il tecnico di Porretta Terme, Bologna, abitante a Cesenatico. Un unicum, alla seconda annata in cui si può rientrare in corsa nella stessa categoria e nel medesimo campionato, almeno dalla serie B in giù.

“Un terzo di secolo fa, quasi – ricorda il nostro editore, Vanni Zagnoli -, Nedo Sonetti venne esonerato dal Lecce, ultimo in serie A, e poi vide retrocedere anche il Monza, dalla serie B, dov’era subentrato, nella stessa stagione. Parliamo di due eccellenti professionisti, Sonetti è stato in A più a lungo e a livelli complessivamente più alti di Bisolone, come viene soprannominato”.

Pierpaolo è una bella persona, l’abbiamo assaporato negli anni.

“Non solo a Modena. Al Cesena, al Bologna. Peccato che impronti il suo calcio alla difesa estrema, strenua, all’equilibrio tipico di Allegri ma con il massimo della grinta, com’era quando era centrocampista. Si ispira a Mazzone, di fatto fa un altro mestiere rispetto alla maggioranza dei tecnici, oggi. E’ perfetto per salvarsi, a mio avviso anche in serie A, ha vinto anche campionati e meritava maggiore pazienza al Cagliari e al Bologna, in A. Il calcio però è anche e soprattutto spettacolo, emozione e il gioco offensivo sicuramente cattura di più”.

Anche Fonseca ritorna in panchina nella stessa stagione, veniva da una buona stagione al Brest, va di nuovo in Francia, al Lione.

“Paulo Fonseca – sostiene la firma di Reggio Emilia – è un ottimo tecnico ma non eccellente, non tra i migliori d’Europa, dunque del mondo. Al Milan aveva comunque vinto a Madrid, contro il Real, meritava una maggiore pazienza ma non andava preso, perchè è un po’ insipido, come il suo calcio. In teoria la sua idea di responsabilizzare i migliori talenti, Theo Hernandez e Leao, ovvero mettere anche in panchina, era coraggiosa, eccellente, ma è stata un boomerang”.

Ma è giusto che anche un tecnico esonerato in serie A riprenda subito a lavorare, altrove?

“Per me no, ha poco senso. Anche lontano dalla nazione in cui è stato licenziato. Amo i longevi, dunque chi allena molto a lungo e in più Paesi possibili ma per riprendere si dovrebbe attendere l’estate successiva, al di là della rescissione più o meno consensuale del contratto”

Guardando Skysport24, a casa, notiamo l’addio di Danilo alla Juventus, a 34 anni, dopo 5 stagioni e mezza.

“Qui – osserva Zagnoli – è entrato in azione il solito Cristiano Giuntoli, eccellente nel liquidare professionisti, nell’interrompere contratti, in maniera spiccia. Con Massimiliano Allegri non è stato sincero, aveva già scelto Thiago Motta a prescindere, a Danilo ha fatto sapere che se ne doveva andare. Si parla tanto di bandiere, non importa se siano straniere, poi quando restano volentieri sono le società a cacciarle. Danilo era in scadenza, è un buon difensore, torna in Brasile e questo è bello, perchè i carioca hanno comunque un bel campionato”.

Sarebbe piacevole che qualche calciatore italiano andasse in Sudamerica e magari disputasse le coppe.

“Proprio così. Manca la cultura. Il Brasile è la patria del football mondiale, inteso come talenti, tradizione, anche più dell’Inghilterra. Non c’è paragone, come gratificazione, fra giocare nella terra carioca e l’Arabia, al di là della differenza economica”.

Tornando a Danilo, un difensore può reggere sino a 42 anni, come Costacurta, teoricamente.

“Già, gli si potrebbe abbassare lo stipendio, i 5 milioni abbondanti che guadagnava a Torino era effettivamente troppi, ora, 3 erano buttati però si poteva rinnovare l’accordo”.

Così però si fa largo ai giovani.

“In questo la penso come Andrea Schianchi, firma de La Gazzetta dello sport, non più redattore. E’ importante che giochino i migliori, non importa se vecchi. La longevità nello sport è un valore”.

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