E basta con gli esoneri, bisognerebbe impedirli per contratto dal momento che, francamente, i dirigenti che cambiano hanno rotto le scatole.
Girano poi sempre gli stessi, di tecnici, basterebbe pazientare, avere come aspirazione il modello Atalanta con Gasperini (9 stagioni), Arsenal con Wenger (22) e il Manchester United con Alex Ferguson.
Si esonera poco ai massimi livelli, anche perchè i compensi dei tecnici sono stratosferici, rinunciare invece a un tecnico pagato, chessò, 300mila euro lordi, è molto più agevole, se ne trova un altro per cifra analoga.
Quando ho visto su skysport24, ieri sera, che la Cremonese ha licenziato Giovanni Stroppa mi sono risentito, complici le poche ore di sonno di questi giorni.
Ero a Cremona con il Parma, meno di un anno fa, aveva da poco sostituito Ballardini, rimasto nonostante la retrocessione in serie B, per la verità favorita da Massimiliano Alvini, scelto da Ariedo Braida. Ero a Cremona per la semifinale con il Catanzaro, stravinta, a Venezia per la finale playoff, persa ma i grigiorossi non sono stati così inferiori. Okay, la ripartenza in serie B non è stata al livello delle attese ma cambiare per interrompere il trend, cambiare prima che sia troppo tardi per il treno del secondo posto non è così accettabile, direi quasi morale.
Se un tecnico parte bene e poi accusa la flessione di febbraio e marzo, per esempio, salvo disastri assoluti può resistere, viceversa in avvio di stagione sale l’urgenza di cambiare, appunto, e si cambia.
Eugenio Corini è un altro buon allenatore, ma se fosse superiore a Stropap sarebbe in serie A, dove si salvò due volte con il Chievo, Verona, salvo poi essere esonerato. Subentro e dimissioni rapide a Palermo, esonero, rientro e riesonero a Brescia, dove era stato promosso e, naturalmente, trovò un Cellino in versione Zamparini, pace all’anima sua.
Stroppa debuttò in serie A con il Pescara, all’epoca aveva solo 43 anni, salì direttamente dalla serie C, ma non meritava quella chance così presto. Venne promosso in A con il Crotone, a prescindere meritava di completare la stagione, anche se era destinato alla retrocessione, poi avvenuta con Serse Cosmi. A Monza, idem, promozione ma esonero, frettoloso da parte di Adriano Galliani, anche se dietro aveva un eccellente Raffaele Palladino.
In grigioroso era arrivato quarto, dietro Parma e Como, discrete anche in serie A, e il Venezia, fatto grande da Paolo Vanoli. Rischiava di non salire direttamente, di non arrivare terzo e dunque poi di avere un playoff complicato, come l’ultimo, ma non dimentichiamo che al Monza se lo aggiudicò, vincendo proprio fuori casa, in finale, a Pisa.
Molti tecnici sono molto bravi, come sul campo c’è spesso equilibrio di personalità e qualità, fra di loro, è inutile alternarli. Se proprio bisogna, sapete che noi abbiamo le nostre preferenze. Foscarini e Venturato, Gustinetti e Guidolin, gli ultimi due si sono ritirati in anticipo. Sono esempi, intendiamo tecnici che abbiano gi dimostrato qualità, non serve puntare su giovani, magari bandiere, dei club, come Pirlo e De Rossi e Nesta, per Galliani, ai tempi di Berlusconi.
Se il presidente è impaziente, deve pensarci il ds, a fermarlo. Se il ds vuole esonerare, deve pensarci il presidente, se entrambi sono certi, ci pensi il dg, oppure il vicepresidente a fermarli.
La valutazione, ripeto, va fatta sulla carriera, non da calciatore, perché sennò tanti hanno tanti titoli da esibire, pensiamo al potenziale delle squadre, al monte ingaggi con cui hanno costruito il risultato E poi si potrebbe retrocedere con il tecnico di inizio stagione, soprattutto quando aveva promosso o salvato, già, e anzi ripartire dalla categoria inferiore sempre con lui. E resistere anche l’anno successivo alla volontà di cambiamento. Basta imitare la Verona del basket, con Alessandro Ramagli trattenuto da Alessandro Frosini.