Da un anno propongo a livello nazionale Antonio Nibali, fratello di Vincenzo. Per me è uno spunto bellissimo, considerato che è corridore professionista e lo può raccontare come nessuno. Condivido l’intervista realizzata dal sito toscano allo “squaletto”, della Marchiol-Emisfero.
“Neppure noi – racconta – ci aspettavamo che Vincenzo andasse così forte. Pensavamo, per esempio, che sul pavè arrivasse con Contador. Vincenzo è sempre andato forte in mountain bike, da giovane aveva anche fatto qualche corsa fuoristrada, ma il pavé è tutta un’altra storia e quel mercoledì ha fatto davvero un numero, facendo emozionare il pubblico e dimostrando di trovarsi veramente a suo agio sulle pietre».
La squadra non era contenta del rendimento collettivo, al Tour è arrivata una risposta eclatante.
«Qualche dubbio in effetti gli era venuto, soprattutto nel vedere che la gamba c’era, eppure i risultati non arrivavano. Certo, c’è da dire anche che nei mesi scorsi non era al cento per cento della condizione e che nel ciclismo di oggi, per fare risultato, bisogna essere veramente al top. Gli stessi giornalisti, poi, lo hanno criticato e Vincenzo ha finito per buttarsi un po’ giù. Ma i grandi campioni, quando vengono spronati, tirano fuori il meglio da loro stessi e i risultati di queste settimane lo dimostrano».
La svolta, dopo un Delfinato difficilmente interpretabile, è arrivata con la vittoria al campionato italiano, dove anche Antonio ha avuto modo di pedalare accanto al fratello. «Al Delfinato, in realtà, Vincenzo non era andato male, e di certo ha fatto molto meglio del 2012 quando prese 20 minuti da Wiggins salvo, poi, salire comunque sul podio del Tour. Da questo punto di vista, quindi, era tranquillo, sapeva quello che faceva e che il lavoro svolto era quello giusto, era impossibile che avesse sbagliato completamente la preparazione. Il tricolore, poi, è stata veramente la ciliegina. In questo mese ci ha messo anche la torta. Aveva puntato tutta la stagione sul Tour e così è stato, come era giusto che fosse».
L’esplosione del talento al Giro di Fabio Aru, però, non ha lasciato indifferente lo Squalo dello Stretto. «Un pizzico di invidia Vincenzo l’ha avuta – confessa Antonio – soprattutto per lo spazio che oggi i giovani trovano fin da subito mentre lui, i primi anni, ha dovuto soffrire un po’ di più per emergere. Però niente da dire sul valore di Aru, che ha dimostrato di avere un gran potenziale».
Antonio si difende bene in salita, «anche se non come Vincenzo».
“Sono comunque più portato per le corse di un giorno, non fosse altro «perché tra i dilettanti ci sono poche gare a tappe attendibili in cui testarsi».
Per il finale di stagione, Antonio Nibali sarà impegnato nel Trittico Lombardo. Magari arriverà assieme al fratello.