(v.zagn.) Vincenzo Iaquinta depone per la prima volta al processo Aemilia. Difeso da Carlo Taormina, è accusato di detenzione abusiva di armi. “Mi piaceva andare al poligono di Reggio Emilia – racconta l’ex juventino -, mai ho girato armato. Non ho solo trascritto lo spostamento di due pistole nella casa di Reggiolo, da papà Giuseppe”. Accusato di associazione mafiosa. Ieri il padre è stato sentito come testimone, lì Vincenzo urla: “Non vogliono capire, basta”. Sbatte la porta, rientra dopo 5’, per parlare della foto in un bar di Reggiolo assieme alla consulente fiscale bolognese Roberta Tattini, condannata a 8 anni e 8 mesi. “Non l’ho mai conosciuta, è un fotomontaggio, comprai anni dopo quelle ciabatte. Guadagnavo tanto, che bisogno avevo della ‘ndrangheta?”.
vannizagnoli
Maggio 16, 2017 in
Calcio, Cronaca, Reggio Emilia