(v.zagn.) Ho ascoltato solo una volta, ora, la telefonata da Corriere.it, da Soccer Life. Anzi, adesso la seconda.
Non conosco la rivista, nè il direttore, certamente è stato abile. Io noto, da parte di Tavecchio, un eccesso di difesa. Mi pare che la prima parte, sull’antisemitismo, sia stata assecondata dall’abilità del giornalista. Non conosco le frasi di Umberto Eco, però…
Sulla seconda, mi pare un po’ la stessa cosa.
Tavecchio tiene a sottolineare di essere normale, come Cassano, sottintendendo l’anormalità di altri. Certo, sbaglia, non se ne rende conto, come Cassano. Interpreto così, ho paura di essere etichettato come una persona che ha un’inclinazione differente e allora lo sottolineo subito.
I paralleli potrebbero essere infiniti.
Succede, sotto stress, a 71 anni, magari pensando di parlare in libertà o quasi, con un giornalista magari amico.
Ogni volta che io faccio domande sulle discriminazioni razziali faccio attenzione perchè c’è il rischio che io per un servizio gratuito, per questo sito o youtube, sbagli tono o qualcosa. E’ un attimo.
L’amico Salvatore Maria Righi una volta mi fece notare che in una mail di proposta di servizio ero stato troppo diretto, c’era un termine inammissibile, proprio razzistico. Naturalmente, era una mail ccn, di segnalazione, quasi nervosa, istintiva, tempestiva.
Un’altra volta scrissi “disponibile per la morte di…”. Intendevo, ovvio, sono a disposizione per la tragedia toccata a quel giocatore di basket. Nell’oggetto, non ci sta tutto. E, ovviamente, viaggiando sul filo dei minuti, con i colleghi, la tempestività è fondamentale.
Le frasi sono gravi, certo, ma uno le recepisce a freddo. Come una domanda troppo polemica, come una polemica gratuita. Il giornalista attacca e a meno che non esageri, ha quasi sempre ragione, il personaggio replica. Se sbotta non va bene, se non risponde neanche, insomma i rischi sono tutti per il personaggio. Assediato.
E l’ottimo Roberto Coramusi non può filtrare tutto, anzi è troppo generoso.
Un uomo può essere non in giornata, fragile.
Quando io non sto bene, reagisco con nervosismo per ogni cosa. “Sto male, però voglio scrivere. Devo scrivere, spetta a me scrivere”.
Ecco. Poi, certamente, Belloli pensava quelle cose del calcio femminile, Tavecchio queste di ebrei e gay. Ma anche solo nominare queste due categorie di persone o generi o razze o non so è insidioso.
Non lo so, sono in grave imbarazzo. Ho mal di stomaco come al solito.
Opti Pobà…
Al riascolto. Ebraiaccio o qualcosa del genere, è come dire toscanaccio, magari. Forse. Non so.
L’altra considerazione sul dirigente federale. Curiosità che non sapremo mai che valenza ha. Magari intendeva “Non lanciamo un dirigente che magari poi fa outing e per il quale veniamo criticati”.
“Non ho niente contro i gay, sia ben chiaro”, lo pensiamo in tanti.
Nel mio caso, sarebbe come dire non ho niente contro i depressi, contro i piagnistei, i vittimisti, chi vede complotti, eccetera, eccetera. Perchè a me capita di vedere tutto nero o di avere una gastrite devastante dell’umore.