17 agosto 2012 <https://www.stadiotardini.it/2012/08/casa-zagnoli-il-giornalistologo-wanny-tratteggia-il-ritratto-di-iori.html>
La prima voce di Mediaset Premium è Alessandro Iori, 34 anni, di Rubiera: è la punta della squadra del canale digitale terrestre, sul canale 370
(Vanni Zagnoli) – Sta per ripartire la stagione della serie A e un emiliano è la prima voce di Mediaset Premium. Alessandro Iori, 34 anni, di Rubiera, è la punta della squadra del canale digitale terrestre, sul canale 370. Sposato con Silvia Ognibene, 27 anni, medico, Iori in carriera ha commentato spesso anche il Parma e ha accettato volentieri l’invito di stadiotardini.com a raccontarsi in una intervista a 360°: “Il ricordo più divertente legato allo sport locale? Il derby di Brescello del 2001: dopo il 4-1 i tifosi della Reggiana bloccarono tutte le uscite dal Morelli per contestare i giocatori. Uscimmo con il furgone di Teletricolore, gli ultras lo ispezionarono: credevano avessimo nascosto dentro qualche giocatore…”.
Come sei arrivato fin lassù?
“Il contatto grazie a un amico, Simone Malagutti, che già era entrato a Mediaset. L’avevo conosciuto lavorando assieme per Tele Lombardia e Espn Classic. All’epoca del lancio del digitale terrestre mi parlò della possibilità di entrare come telecronista. Non ho perso tempo: curriculum, videocassetta e una settimana dopo arrivò la telefonata di Alberto Brandi”.
Il successo di Mp su Sky è legato anche a un prezzo più abbordabile, rispetto alla tv satellitare…
“Credo sia una trasmissione molto dinamica e divertente. Il concetto base è quello di “Tutto il calcio minuto per minuto”.Durante le gare noi cronisti ci passiamo la palla, si prende la linea e si parla fino a quando in cuffia non arriva l’indicazione”Milano”, e si dà la linea a San Siro. “Torino” e passa all’Olimpico. Se sentiamo anche la parola “subito”, significa che sull’altro campo sta succedendo qualcosa di importante”.
Hai giocato a calcio, di qui anche la tua abilità tattica e tecnica nel racconto.
“A 7 anni entrai nella scuola calcio della Rubierese, sono rimasto fino agli Juniores. Poi con Folgore Bagno e Pol. Venezia, mai stabilmente in prima squadra. Avevo capito in fretta che ero più bravo a parlare di calcio che a giocarlo. Facevo il centrocampista”.
La tua emozione più grande?
“Da giornalista, la telecronaca a Liverpool degli ottavi di Champions League fra Liverpool e Barcellona. Anfield ha un’atmosfera impareggiabile”.
Il ricordo più divertente legato allo sport locale?
“Il derby di Brescello del 2001: dopo il 4-1 i tifosi della Reggiana bloccarono tutte le uscite dal Morelli per contestare i giocatori. Uscimmo con il furgone di Teletricolore, gli ultras lo ispezionarono: credevano avessimo nascosto dentro qualche giocatore”.
A chi ti ispiri nelle tue cronache in voce?
“Esco dall’ambito calcistico: se devo trovare un modello, per preparazione e ricchezza espressiva Flavio Tranquillo. Le sue telecronache di Nba con Federico Buffa sono eccezionali”.
In studio per Serie A Live è molto diverso rispetto allo stadio: che cosa preferisci?
“Sono situazioni difficili da paragonare. Certo, l’atmosfera dal vivo è entusiasmante. Ma anche una trasmissione come Diretta Premium regala emozioni continue. In più, c’è il contatto umano con i colleghi: negli anni, si è creato davvero un bel gruppo di amici”.
Preferisci la conduzione su Teleradiocittà (Modena), ogni sabato pomeriggio, o il ruolo di prima voce a serie A Live su una tv nazionale?
“Meglio continuare con entrambe”.
Da “stadiotardini.it”