Su stadiotardini.it, l’intervento di Michele Angella, anchorman di Teleducato Parma.
(Michele Angella) – “Se nella mia pizzeria metto una margherita e una birra a tre euro, ho la fila fuori lunga un chilometro”. Così, qualche giorno fa, un ristoratore di mia conoscenza, tifoso di una nota squadra di serie A del Sud, commentava l’exploit di abbonamenti in serie D del nuovo Parma Calcio 1913. “Si però poi la pizza deve essere buona, se no la gente non viene più” gli ho fatto notare io … Oltre 8 mila tessere sottoscritte, possibilità di incrementare ancora la quota fino al 29 agosto, numeri mai visti nella categoria, cifre superiori a quelle di moltissime società di B e anche ad alcune di A. Quando il Parma fece l’ultima volta la Cadetteria, nella stagione 2008/09, i fedelissimi (8.155) furono inferiori a quelli attuali.
E’ vera gloria? Quanto hanno influito i prezzi bassi (della curva quasi in formato regalo)? Quanto ha influito un certo effetto moda diffusosi in città?
Conosco, ad esempio, persone che si sono abbonate e non sono tifose del Parma, persone che non sono di Parma, ma che vivendo qui hanno deciso di fornire un sostegno alla squadra della città in cui risiedono e che magari al Tardiniandranno una volta o neppure quella. Tra i supporters crociati c’è uno zoccolo duro, rappresentato dai Boys della Nord, dal Coordinamento e dal Petitot oltre che da numerosi altri “cani sciolti”, che il Parma lo seguirebbe anche in un campionato amatoriale o al torneo dei bar.
Molti altri si sono abbonati perché attratti dal nuovo progetto del calcio “biologico” e pulito, per la voglia di riscatto, per dimostrare che il Parma non è quello che ha fatto arrossire, per mesi, tutta la città, per dimostrare, insomma, all’Italia e al mondo che dietro al Parma c’è tanta passione e genuinità.
I prezzi stracciati hanno senza dubbio rappresentato un fattore determinante. Il messaggio potrebbe essere inoltrato anche ai piani più alti: con biglietti a costi più sostenibili ci sarebbero meno vuoti negli stadi.
L’auspicio, tuttavia, ora è che gli abbonati siano realmente partecipi durante la stagione e non solo alla prima, all’ultima partita e a poche altre. Il rischio, però, c’è ed è reale. In questo dovrà essere brava la “cucina” Apolloni a proporre una pizza buona (tanto per tornare alla metafora iniziale del mio amico ristoratore …).
Il rischio è reale, perché i tifosi del Parma sono anche quelli che non avevano raggiunto 10 mila abbonamenti nella stagione 2013/14 (furono 9.232): quella del Centenario e del “diamante” Cassano (uno che da solo avrebbe dovuto portare 5mila abbonati in più), quella dello squadrone che poi arrivò sesto. Lo scorso anno, dopo le turbolenze estive, ma dopo un campionato comunque esaltante e la conferma di molti big, gli abbonati scesero a7.607.
I tifosi del Parma sono anche quelli che in certe trasferte, di grande prestigio e tutt’altro che lontane, spesso negli ultimi anni non raggiungevano 150 presenze.
Sono anche quelli che… in Coppa Italia il Tardini sembrava un deserto.
I tifosi del Parma sono anche quelli, che negli ultimi anni, a Collecchio agli allenamenti erano il più delle volte una quindicina, se non pioveva o non faceva troppo freddo.
E non venitemi a dire ora che la società era antipatica o poco includente, perché fino a un anno fa era venerata da tutti o quasi.
Ricordo, inoltre, nell’aprile 2005, una semifinale di andata di Coppa Uefa contro il Cska Mosca: era il sofferente, ma orgogliosissimo Parma dell’Amministrazione straordinaria: poco più di 5mila i presenti in un desolante Tardini, nemmeno fosse un’amichevole ferragostana.
Ben venga, allora, l’entusiasmo per la serie D e per la rinascita, ben vengano abbonamenti con numeri da capogiro: però occorre che la partecipazione accanto alla squadra sia concreta per l’intera stagione, perché i dubbi che ho sollevato prima, permettetemelo, sono concreti. Si perché mentre il Parma sabato ospiterà in amichevole il Pontedera, ci saranno anche le prime partite della nuova serie A e già questo, dal punto di vista del morale, qui, sarà una bella botta per tutti. Michele Angella