Sportitalia. Calcioscommesse, le verità di Beppe Signori a Sportitalia: “Mi è cambiata la vita, travolto da una situazione più grande di me. Mi piace scommettere, ma da qui a combinare partite ce ne passa…”

giuseppe signori
Beppe Signori
Dopo un lunghissimo silenzio durato quattro anni e mezzo, ieri è tornato a parlare Giuseppe Signori, ospite della trasmissione di punta di Sportitalia, “Calcio€Mercato”, condotta da Michele Criscitiello. L’ex attaccante di Bologna, Lazio e Foggia, ha raccontato le sue verità sullo scandalo “calcioscommesse” nel quale è rimasto coinvolto in prima persona:
 
VITA CAMBIATA – “Mi è cambiata la vita, sono stato travolta da una situazione più grande di me, ho avuto difficoltà, è ovvio che ho aspettato il momento giusto e la tranquillità interiore perché è stato devastante moralmente e fisicamente, tutto ciò, ho ricominciato a vivere. Aspetto gli eventi e si vedrà”.
 
IL RUOLO – “Il mio ruolo nella vicenda? Indagine nata dalle intercettazioni, ma io non sono mai stato intercettato. Parlano altri soggetti che si riferiscono a me, già dire convincere vuol dire che non ero nel sistema. I commercialisti? Loro sono quelli che sostanzialmente parlavano di me, il fatto di non averle personalmente significa che non era possibile fossi il capo”.
 
RAPPORTO CON LA GENTE – “Chi mi ha voltato le spalle dopo lo scandalo? Ringrazio quei pochi che mi sono stati vicini negli ultimi anni, ma gli amici sono quelli nelle difficoltà. Molti sono scappati, ma questo fa parte del gioco. Sono tornato a parlare perché vedo un cambiamento di come mi affronta la gente. Dopo quattro anni e mezzo dalla vicenda la gente si è resa conto che qualcosa di strano e non vero c’è”.
 
RICHIESTA DI PIETA’ – “La presunta ammissione e richiesta di pietà all’ANSA? Anche lì è stato un fatto giornalistico, ho solo detto abbiate pietà perché mi state martellando dal giorno alla notte. Non per quello, altrimenti non sarei qui a parlare. Ho già detto prima, a prescindere che le indagini siano concluse, ora ci saranno i rinvii a giudizio, non notificati ma i giornali già lo sanno, ed è strano come tante altre situazioni, ora mi sento pronto moralmente. Non ho ammazzato nessuno, né creato problemi, mi sembra giusto continuare a vivere in maniera onesta e dignitosa. Io c’ero all’incontro, a mia insaputa, e c’erano altre persone”.
 
BUONDI’ – “La vicenda Buondì? A me piace scommettere, quando non tesserato uno può fare quello che vuole dei suoi soldi. Era un giochino, un divertimento come tanti altri. Passare da scommettere in modo lecito oppure vendersi o comprare le partite, beh, ce ne passa insomma. Tocca conoscere le persone. Il capo degli zingari non lo conoscevo, non avevo rapporto con Mauri se non perché giocava. Io avevo solo rapporti con i commercialisti, è là che nasce l’associazione essendo più di due elementi. Due, tre, quattro mila euro tranquillamente. C’è chi piace fare altre cose, a me garbava scommettere. La maggior parte degli italiani lo fa, è un modo per tante persone per guadagnare”.
 
ARRESTO – “L’arresto saputo dalla stampa? Quella mattina avrei preso il treno da Termini per Bologna, ma mi arrivò la telefonata con due poliziotti in borghese che mi stavano aspettando. Quando li ho incontrati mi dicevano che c’era questo arresto, ma non si sapeva per quale motivo. Mentre ero sul Frecciarossa mi ha chiamato mia sorella, non mi era stato notificato l’arresto. Lo vidi poi sui giornali online, qualcuno aveva venduto anticipatamente la notizia”.
 
SENTENZE – “Le sentenze? Sono uno dei 130 indagati che hanno perso la sentenza per 2-1, non è mai successo. Sono l’unico, pure lì la giustizia sportiva è stata vaga sui capi d’imputazione. Sono stato arrestato e ho fatto i domiciliari, hanno avuto fretta nel radiarmi quando non ero tesserato per nessun club. L’interrogatorio è avvenuto dall’avvocato e non in FIGC. Io penso di non avere mancato di rispetto a nessuno, se l’ho fatto è stato verso tutti. Dovessi essere colpevole sarebbe giusto pagare, altrimenti deve farlo qualcun altro per me”.
 
SCHEDE – “Le tre schede in mio possesso? Avevo due sim regalate da un amico, ma sono state consegnate regolarmente. Tant’è che quando sei lì e sei travolto da un uragano, beh, ho comprato le intercettazioni. Ho fatto pure questo tipo di investimento”.
 
CONTO IN SVIZZERA – “Il conto in Svizzera? Non sono assolutamente socio di quelle società, ma ho un conto in quella banca”.
 
CONSULENZA TECNICA – “La consulenza tecnica con la Ternana? Io non avevo nessun titolo come consulente, mi è stato affidato questo progetto che purtroppo… Avevo il patentino da allenatore UEFA A, l’avevo conseguito da poco, nell’agosto del 2010. È ovvio che fosse il mio prosieguo, il mio sogno, allenare i ragazzi. Con questa radiazione è venuto a cadere tutto”.
 
CARRIERA – “Cragnotti ha realizzato una squadra per vincere lo Scudetto. Ho vinto tre volte il capocannoniere, il discorso di Sacchi era molto semplice. Giocava con van Basten, Massaro e Simone. Non era abituato a giocare con i piccolini, io e Baggio davanti. Abbiamo perso la prima così, grazie alle capacità di resistenza, mi ha messo a centrocampo. Il rimpianto più grosso della mia vita è non avere giocato la finale dei Mondiali. Per inesperienza e presunzione pensavo che questo bastasse per essere titolare. Alla Lazio siamo arrivati secondi e non ho potuto giocare la Champions perché andava solo la prima”. 
 
 
RAMMARICO – “Cosa non farei? Non andrei all’incontro”.

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