L’avvocato Antonio De Rensis, legale di Antonio Conte e della famiglia di Marco Pantani, è stato ospite nella trasmissione “Speciale calciomercato”, condotta da Michele Criscitiello su Sportitalia. Ha risposto alle domande sui suoi assistiti, sulla situazione attuale del calcio italiano e sugli allenatori emergenti.
Ecco il suo intervento:
Quando si è parlato del contratto di Antonio Conte si è parlato di incontri al “Parco dei Principi” di Roma tra avvocati – l’avvocato De Rensis – Conte, Lotito e Tavecchio.
“Sì, gli incontri sono avvenuti lì”.
Sarebbe facile chiederle se in questo momento alla Juventus manca Conte. La squadra bianconera da un mese è un po’ in calo…
“Sicuramente Conte ha dimostrato di essere un fuoriclasse, questo non lo devo dire io, lo dicono i fatti. E’ un allenatore straordinario, la Juventus è una grande squadra. Il passaggio comunque la vede ancora prima in classifica. Saranno altri due percorsi, l’uno e l‘altro, speriamo positivi”.
Ma sono vere le voci secondo le quali Conte sarebbe andato via perché non avrebbe avuto delle garanzie sui rinforzi, sul mercato?
“No, no. Io sulla vicenda non entro nel merito, penso che ogni storia abbia un inizio e una fine, fisiologica, non ci devono per forza essere attriti. E’ un percorso che è nato e finito, entrambi troveranno strade vincenti in maniera distinta e distaccata”.
Secondo lei, Conte è più contento perché la Juve fa fatica senza di lui….
“No, no, no….”.
Non finisco neanche la domanda…
“Lui risponde da solo perché è autonomo. Lui è una persona intelligente e vuole il bene del calcio e di tutti quanti, della Nazionale e quindi di tutti gli italiani”.
L’ultimo Conte abbiamo fatto fatica a riconoscerlo. E’ venuto fuori il problema degli stages nel 2014, un problema che va avanti da 15 anni, se tu prendi la Nazionale, prendi quel pacchetto sapendo che sono inseriti anche i problemi relativi agli stages…
“Io esco dall’angolo di questo argomento. Io penso che un fuoriclasse quando viene preso, deve essere messo nella condizione di esprimere le proprio potenzialità. Accadrà, sono convinto che sarà un percorso meraviglioso e sull’argomento taccio perché non devo fare il portavoce di nessuno. Credo che il percorso sia appena iniziato, è lungo e quindi ci saranno aggiustamenti in corsa, come è normale che sia in una situazione come questa”.
Giocatori come Lavezzi e Thiago Motta possono fare ancora al nostro caso? Oppure siamo diventati ormai un campionato di Serie B?
“No, io non credo che il campionato italiano sia un campionato di Serie B. Penso che si debba lavorare per riformare tutta la struttura del nostro calcio, perché anche se venisse un magnate con cifre spaventose, se poi la struttura è un po’ arrugginita, farraginosa, obsoleta, anche i soldi non bastano. Credo che il nostro campionato sia molto complesso, con degli allenatori bravissimi, con dei giocatori forti, però è il contorno che deve essere migliorato, per poter assumere poi un valore maggiore il campionato stesso”.
E’ soltanto un problema economico?
“No, secondo me non è soltanto un problema economico, c’è un problema di gestione, di stadi, di regole. Ecco, penso che il calcio deve procedere per ammodernarsi”.
Bucchi, allenatore giovane e interessante, ha firmato per la Torres.
“E’ un ragazzo interessante. E’ una persona molto intelligente e penso che per una persona essere intelligente è molto importante, sia dal punto di vista umano che professionale”.
C’è un problema Inzaghi?
“Non vorrei apparire buonista, dico quello che penso: se credi in un progetto giovane bisogna anche dare tempo all’allenatore. Il Milan penso stia facendo un lavoro per ristrutturare una società che è stata gloriosa, in un momento economico non facile. Penso che un pezzo alla volta possano anche farcela. Ripeto, il calcio deve continuare un processo di modernizzazione . Credo ci sia bisogno di uno step per il calcio italiano, sui contratti, sul modo di intendere anche i rapporti. C’è l’ansia dei rinnovi: se uno non rinnova, si va avanti e si cambia. Dobbiamo anche cambiare mentalità. Credo che Inzaghi dimostrerà il proprio valore. Anche Bayern Monaco, Barcellona, hanno avuto comunque dei percorsi di fatica e poi si sono riprese”.
Lei è anche l’avvocato della famiglia Pantani. Dopo tanti, troppi anni, non si sa ancora cosa sia successo in quell’albergo e come e perchè sia morto Marco Pantani.
“Io credo che gli ultimi mesi abbiano fatto capire all’opinione pubblica che la verità ufficiale ha delle zone d’ombra molto gravi. Adesso c’è stato un supplemento temporale per la perizia dei consulenti del pubblico ministero – il procuratore capo – che scadrà verso la fine di febbraio. Noi stiamo per produrre nuove perizie che dimostreranno con un software modernissimo e molto sofisticato come le mani di Marco, che erano sopra il sangue, siano in realtà bianco latte, quindi è difficilmente ipotizzabile che quella posizione sia la posizione che egli ha avuto per 10 ore cadavere in quella stanza. Il che si unisce alle decine di incongruenze che abbiamo già evidenziato: il lavandino smontato, la pallina, il fatto che lui sia arrivato senza bagagli. Noi riteniamo che su Marco Pantani debba essere riscritta la verità sia per i fatti di Madonna di Campiglio su cui sta indagando Forlì e sia per la sua morte fisica su cui sta indagando la procura di Rimini. E’ una battaglia difficile, perché riaprire un caso dopo tanti anni è complesso. Sicuramente si deve mettere in discussione l’indagine passata, però noi andiamo avanti senza il minimo cedimento, con la convinzione di essere dalla parte del giusto. Devo dire che abbiamo il conforto di tantissime persone che quotidianamente ci dimostrano il loro sostegno e la loro solidarietà”.
Francesco Cherchi, Ufficio Stampa Sportitalia