Sport invernali, l’ottavo podio stagionale di Dorothea Wierer, la vittoria di Peter Fill a Kitzbuehel. Peccato non ci siano le olimpiadi. Dorothea spara e fa volare gli sci, da mesi è la numero uno. E quel nome unico fa pensare alla vecchia Dc, a Benigno Zaccagnini

 

Dorothea Wierer, biatleta di Brunico
Dorothea Wierer, biatleta di Brunico

Di Vanni Zagnoli

Dorothea Wierer non ha nulla dei dorotei. Ha 25 anni, è di Rasun (Bolzano)  e la migliore specialista al mondo del biathlon, adesso. E’ all’ottavo podio stagionale, compresi due di squadra, peccato che non ci siano le olimpiadi invernali, quest’anno. Bella e brava, in una disciplina davvero dura e poco nota, popolarissima solo al nord Europa, oltrechè in Francia e Austria.

I dorotei erano una forza politica, una corrente della Dc, nel dopoguerra, capeggiata da Benigno Zaccagnini, ravennate: presero il nome da un convento di Roma dedicato a Santa Dorotea. Era gente perbene, morigerata e moderata, non spregiudicata come la Wierer, che spara e scia, spara e scia. Pum, pum e ripartenza. Lei non ha rispetto delle avversarie, le batte e basta, vola, vola e vola. Si mette a terra e spara, riparte di slancio, sciolina.

Peter Fill vince sulla streif, a Kitzbuehel, in Austria, uno dei templi dello sci mondiale. Ha 33 anni, è di Castelrotto, è un altro atesino orgoglioso, è cugino di Denise Karbon, principessa dello sci italico nel millennio. Bravo, bravo, bravo. La discesa libera è quanto di più emozionante esista, in picchiata, velocità folli.

Peter Fill, alla giornata più bella della carriera.

Peter Fill, cugino di Denise Karbon
Peter Fill, cugino di Denise Karbon

 

 

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