Spal, la prima in serie B allo stadio Mazza dopo 23 anni. La societas pro ars et labor, con i primattori Capello e Reja, Gb Fabbri. E Zigoni padre e figlio

Fabio Capello Spal (1964- 1967)

(v.zagn.) Domenica sera è tornata la serie B a Ferrara dopo 23 anni. La magia, la storia della Spal: Capello, Reja, il grande presidente Mazza, gb Fabbri. In copertina, Paolo Mazza (Vigarano Mainarda 1901- Ferrara 1981) per trent’anni consecutivi fu presidente biancazzurro

Da Repubblica, Cosimo Cito http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/27/la-spal-e-il-senso-di-chiamarsi-zigoni58.htm

La Spal e il senso di chiamarsi Zigoni
LA STORIA/IL RITORNO IN B DI UN CLUB CHE HA NEL SUO DESTINO GIANFRANCO E GIANMARCO, PADRE E FIGLIO

Nel nome del padre, del figlio e della Spal, da stasera è di calcio che si tornerà a parlare tra i caffé di Ferrara, e non accadeva da vent’anni almeno. Gianfranco e Gianmarco Zigoni, la colpa del padre lavata dal figlio 48 anni dopo, la corsa riparte da qui, da questa storia. Anno 1968, «un gol inutile per noi della Juve, fatale per la Spal», racconta Zigoni primo. La A, da allora, il popolo del Mazza non l’ha mai più vista. Poi, nell’aprile scorso, arriva la zampata del figlio Gianmarco, Spal-Arezzo, il gol promozione dalla Ars et Labor, e la ruota del calcio che gira fino al nome Zigoni, Spal su, in B grazie al figlio di Zigo.

Padre e figlio hanno da soffrire, stasera c’è Benevento- Spal, prima assoluta in B per i sanniti, prima in B dal 1993 per i biancazzurri. Sarà alla tv Gianfranco, classe 1944,” poeta, pellerossa e istrione” (disse lui) di quel calcio lento e gioioso, sarà in campo Gianmarco, classe 1991, prima punta spallina: «Mio figlio ha piedi assai migliori dei miei ed è ancora in B, io ho giocato in nazionale, chiamatelo come volete, io lo chiamo destino, ma il destino non sai mai dove ti porterà». Il figlio che sana lo sgarbo del padre, «e lui era lì e mi guardava suturare quella ferita vecchia di quasi mezzo secolo, l’ho visto commuoversi, una gioia rara, preziosa, anche perché lui allo stadio ci viene raramente, è un ambiente che non gli piace, e non gli piace più il calcio, me lo dice spesso».

Ci sono ritorni diversi e questo è quello della Spal, 109 anni di calcio e due fallimenti nell’ultimo decennio, l’inutile vagare nel sottobosco del pallone finché, poi, ecco il campionato scorso, stravinto. Pioggia e il centravanti, «ero al Mazza » racconta Zigo «ed è stata la gioia più grande della mia vita, molto più grande di qualunque altra, comprese quelle in campo ai miei tempi, quelle con la mia Juve», quella Juve operaia di allora, Salvadore, Cinesinho, Del Sol e Zigoni primo, che rinunciò per gli Agnelli ai capelli lunghi e che poi se ne pentì. Uno scudetto, altri disastri, maglie cambiate, donne, auto di lusso, non era da Juve ma fu da Verona, «avrei voluto morire in campo con la maglia gialloblù», questo era il Dio Zigo, quello raccontato anche da Ezio Vendrame, un Best con gli occhi azzurri e l’accento trevigiano. «Conosco la sua storia e l’amore che la gente gli ha dato» racconta Gianmarco, «essere alla sua altezza, questo ho sempre voluto, ne ho sentito il peso, ma la sua vita è un esempio per me, la sua voglia di libertà, il suo disincanto. Quanto a noi della Spal, vogliamo la salvezza, vogliamo giocare bene e sentire la passione della nostra gente crescere». La vita di Zigoni primo invece è a Oderzo, «qui ho fatto l’allenatore dei bambini, solo quello, e per qualche settimana ho tirato su anche Gianmarco». Che poi è finito al Treviso, e poi al Milan Primavera, e dopo la C e la B, Avellino, Lecce, e la Spal, dal 2015 lì davanti. «Facciamo che questo sia l’inizio», dice il padre. Del campionato, del futuro. Si va verso una maratona (42 partite, non a caso), «ma io glielo dico sempre, sei bravo, resta tranquillo, hai i gol nei piedi, e anche se questo calcio non mi piace, questo è quello che gli è toccato vivere e qui deve farsi valere, hic Rhodus, hic salta». Salta e prendila di testa, Gianmarco.

Cosimo Cito

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