
Vanni Zagnoli
Nel paese che ormai vince tutto, due italiani hanno successo esportando il knowhow azzurro. Sergio Scariolo, 49 anni, guida la Spagna del basket e degli iberici ha proprio il look, con abbronzatura e capelli all’indietro. Mauro Mazzotti, 51 anni, romagnolo trasferito a Milano, dirige le Furie Rosse del baseball. Entrambi hanno il doppio incarico.
“Io – racconta Scariolo, in vacanza in Sardegna – durante la stagione sono a Mosca, a guidare il Khimki, d’estate vivo a Marbella. Sono stato nominato ct l’anno scorso, ho fatto canestro al primo tentativo, vincendo gli Europei in Polonia”.
Bresciano, Scariolo è l’anfitrione della nostra pallacanestro che da un decennio delude, a parte l’argento olimpico del 2004.
“E’ risaputo che la componente più competitiva del basket italiano sono gli allenatori. Nelle varie categorie, siamo i più in alto, come livello generale. E non parlo di me”.
Inizia la 14^ stagione in Spagna.
“Avevo la sensazione che nella pallacanestro europea quel movimento fosse in crescita, è stata un’esperienza molto bella, sul piano professionale e pure di vita”.
Partì da un piccolo club, il Tau Vitoria, paragonabile al Villarreal del calcio.
“Non aveva mai disputato una finale per il titolo, ci arrivammo e fu una grandissima gioia, quasi tutte le prime volte hanno un sapore speciale. Passai al Real Madrid e lì è l’opposto, se ti va bene vinci anche tu: uno scudetto l’abbiamo messo in bacheca, per essere all’altezza di un club che rappresenta l’eccellenza”.
Quindi cinque stagioni all’Unicaja Malaga.
“Coppa, campionato e un terzo posto in Europa”.
Come vede la finale di Johannesburg?
“Tutti danno favorita la Spagna, a me non piace fare pronostici. Per ora ha dato la sensazione di maggiore solidità e completezza, ha pure difeso molto bene, questo ha fatto la differenza già all’Europeo del 2008, perchè la qualità di tocco gli spagnoli l’hanno sempre avuta”.
L’attenzione alla fase difensiva è tipica della cultura italiana?
“Noi abbiamo occhio più attento a quanto occorre per vincere, a livello mentale e tattico. In Spagna si cerca di finalizzare al successo l’anima portata a estetica e spettacolo puro”.
Al Real ha conosciuto il ct Del Bosque?
“E anche il dg Fernando Hierro. Calcio e pallacanestro coesistono nella polisportiva, Vicente è un tipo molto alla mano e davvero in gamba”.
La Spagna sta diventando il Dream Team di tutte le discipline più popolari.
“Il momento è fantastico, anche grazie a coincidenze. Peraltro un paese di 40 milioni di abitanti non può reiterare gli allori per 20-30 anni. La cultura sportiva è davvero radicata nella gente, la loro scuola è incomparabile all’Italia, come base e praticanti: pochissimi cittadini non hanno praticato una disciplina in maniera minimamente impegnata”.
Cosa può arrestare il fenomeno?
“Il boom economico è finito da un anno e mezzo. Aveva prodotto quella crescita con allenatori e giocatori stranieri che hanno fatto crescere gli atleti locali. Il regime fiscale favorevole è terminato, era stato fondamentale per far affluire fuoriclasse. Real e Barça sono garanzie, sono due istituzioni solidissime: per imitazione i club rivali cercano di superarle, la loro egemonia è positiva anche per gli altri”.
Nel batti e corri, Mazzotti allena anche Rimini.
“Ho portato la Spagna al miglior piazzamento di sempre ai Mondiali – spiega -, fra le prime dieci. Era una delle squadre marginali, un anno fa passò il primo round delle eliminatorie, finendo davanti all’Italia. La base è a Barcellona, sono stato laggiù la settimana scorsa: il Mondiale di calcio è seguitissimo, ha fatto risvegliare il patriottismo”.
Per Mazzotti cinque sono le parole chiave: serietà, lavoro, programmazione, professionalità e fortuna.
“Negli ultimi 10 anni lo sport iberico ha compiuto passi da gigante. Nel 2007 ha vinto persino la pallavolo, gli Europei con Anastasi. Dobbiamo tenere presente questo loro miglioramento e capire i motivi per cui siamo regrediti: la programmazione è base di qualsiasi affermazione”.
Il ct del baseball ha avuto due anni di contratto, a fine mese ai campionati europei di Stoccarda conta di meritare l’estensione. “Obiettivo prime 4 e qualificazione ai Mondiali”. Per far brillare la Spagna anche sul diamante.