(v.zagn.) Si ritira Dada Merighetti, questa è l’intervista uscita su Libero 5 anni fa.
L’Italia si scopre potenza nel circo bianco, con una serie di medaglie in tutte le discipline. Dodici nello sci, 3 nel fondo, una nel salto; 7 in combinata nordica (3 successi di Pittin), una nel biathlon (affermazione in staffetta), 7 nello snowboard (3 vittorie per Fischnaller); 6 nello slittino artificiale (un’affermazione in staffetta), 16 nel naturale (4 vittorie) e 6 nello sci alpinistico.
Daniela Merighetti, lei è l’emblema della grande Italia, a 30 anni ha conquistato il primo successo della carriera.
“Non ci siamo mai allenati così bene, io in particolare – risponde la finanziera bresciana -. Sono in nazionale dal 2000 e non ricordo una stagione così”.
Numerosi podi per tanti atleti di grande livello.
“Il ricambio è adeguato, soprattutto gli slalomisti sono sempre competitivi”.
Siamo nella seconda metà della stagione, l’Italia può reggere con questo ritmo, di varie medaglie per ogni settimana?
“Mi aspetto nuovi piazzamenti di prestigio, in particolare da Elisa Fanchini, la mia compagna di stanza, e da Johanna Schnarf, in combinata. E’ bello che tutti salgano sul podio”.
Che contributo danno i direttori tecnici dello sci, Claudio Ravetto e Raimund Plancker?
“Per noi ragazze Plancker è determinante. Era già uno dei nostri allenatori, ha esperienza eppure è giovane. Ci stimola, ha grande voglia, è molto propositivo”.
Secondo il dt, Merighetti è coraggiosa e tenace.
“Già, d’altra ho aspettato trent’anni, per il primo successo in carriera”.
Oggi a Saint Moritz (Svizzera) supercombinata (alle 10,30 la discesa, alle 15 slalom, diretta su Raisport1 ed Eurosport); domani discesa, domenica supercombinata (superG e slalom). Lei ha speranze di ripetere il successo di Cortina?
“E’ difficile. Le favorite restano l’americana Lindsay Vonn e la tedesca Maria Riesch. In particolare noi azzurre fatichiamo nella prima prova, non siamo abituate allo slalom speciale. In tante possiamo rientrare fra le migliori cinque”.
Prima del trionfo bellunese, il suo unico podio era stato nove anni fa.
“Lo sci è davvero la mia vita. Si compiono tanti sacrifici per arrivare in alto, ero contenta anche senza quel successo”.
“Dada”, come fa a essere tanto umile?
“Conosco i miei limiti. Sono molto obiettiva, so quando non posso fare risultato. Se tutto gira, come all’inizio del mese, quando le piste mi si addicono può arrivare il grande risultato. Ora ho qualche problema alla schiena, un’ernia, non sono al 100% e il tracciato elvetico non mi piace tanto”.
Alle Olimpiadi di Vancouver era uscita in tutte e tre le gare: discesa, superG e supercombinata.
“Due anni fa girava tutto male. Peraltro ho superato infortuni gravi: tre rotture ai legamenti crociati, una frattura alla tibia, entrambe le spalle sublussate, l’ultima a inizio 2012. Ormai ho una soglia di dolore elevata”.
Cominciò con le discipline tecniche, quell’unico podio precedente fu in gigante.
“Mi fermò la rottura del crociato. Non riuscivo più a qualificarmi, così provai la velocità. Purtroppo in Italia devi ancora scegliere fra gare tecniche e velocità, settori ancora molto distinti. A me sarebbe piaciuto fare tutto. Peraltro in questi anni ho preso coscienza delle mie capacità”.
In azzurro prese il posto di Isolde Kostner, al ritiro dell’atesina, sino a quando continuerà?
“La speranza è di arrivare a Sochi 2014. Al dopo carriera ancora non ho pensato, vediamo quando smetterò che opportunità arriveranno. Resto in finanza, magari collaborerò con qualche azienda sportiva o della neve, di sicuro non farò la maestra di sci”.
Da un anno vive da sola, a Capriano del Colle, nel Bresciano.
“Ogni volta che posso invito amici a cena e gioco a pallavolo, l’altra mia grande passione. Ho festeggiato il successo ampezzano con i nipoti”.
Angelica, 5 anni e mezzo, e Giovanni, 2, figli delle sue sorelle, Paola e Luisa.
“Lo sci quasi mai ricambia per quanto dai, i bimbi non tradiscono mai”.
Vanni Zagnoli