Questo pezzo in parte era uscito su Tuttosport alla vigilia dell’Olimpiade di Sochi, poi aspettavamo venisse pubblicato su un periodico reggiano. Nell’attesa, lo ospitiamo qui.
Eleonora Riccò, 26 anni, è fidanzata con Giuliano Razzoli (campione olimpico di sci nel 2010), e nostra nipote. Qui racconta il rapporto con uno degli slalomisti più popolari al mondo.
E’ dal 17 giugno 2011 che sto con Giuliano, siamo di Reggio. Io abito all’Ospizio, lui a Razzolo, la frazione di Villa Minozzo. A metà febbraio sono stata a Sochi per seguirlo nella gara olimpica, purtroppo ha inforcato nella seconda manche, comunque era lontano dal podio, peraltro la speranza di risalita c’era.
Ero in compagnia della sua famiglia: c’erano la sorella Giordana e papà Antonio, il cognato Gaetano e il nipote Damiano; l’allenatore Marcello Marchi. Stavolta siamo andati in aereo, niente camper. Il paese si è radunato in piazza a Villa, per sostenerlo anche a distanza.
Solo Alberto Tomba in gigante, Gustavo Thoeni in combinata (ma non era valida come titolo olimpico) e il norvegese Aamodt in superG si sono confermati campioni a cinque cerchi, Giuliano aveva la classe e la concentrazione per portare a casa un buon risultato, ci riproverà fra 4 anni.
L’incognita in Russia era la neve, perchè è partito con il pettorale 22. Gli ultimi allenamenti a Pozza di Fassa gli avevano lasciato buone sensazioni, dopo la brutta caduta della vigilia al passo dell’Abetone, purtroppo in gara sono emersi i problemi delle ultime stagioni. Giuliano peraltro ha 29 anni, può ancora dare molto allo sci mondiale.
Qui racconto volentieri il suo privato. E’ una bella responsabilità essere la fidanzata dell’unico italiano capace di vincere il titolo olimpico negli sport invernali, nelle ultime due edizioni. A volte mi viene da pensare che faccia il… casaro, visto che con sè ha sempre almeno una punta di parmigiano. Non è solo questione di sponsor, perchè il formaggio da sempre è l’alimento simbolo della zona e veniva prodotto anche dai suoi nonni, contadini.
Sino a oggi abbiamo sempre protetto la nostra privacy, peraltro anch’io ero abituata ai riflettori perchè nel 2007 sono stata Miss Emilia. Rientrai fra le prime 30 alle finali nazionali di Salsomaggiore Terme, un po’ come fosse una gara di sci…
Dopo il trionfo di Vancouver, Giuli ha passato stagioni difficili per problemi alla schiena e una spalla, obiettivamente è un po’ sfortunato. “Hai già esaurito la tua dose di fortuna incontrando me”, gli ripeto sempre.
Tre stagioni fa, fu la mia prima volta sulle piste al seguito, in Alta Badia: arrivò secondo e fu una grande emozione, tantopiù che neanche conoscevo lo sci; lo festeggiarono in tanti, anche per il 27° compleanno.
E’ un ragazzo davvero molto “inquadrato”, raro per i nostri tempi, per sostenere i sacrifici quotidiani non si perde in cose futili. E’ una persona semplice, come me, e allora in questi triennio siamo rimasti uniti nonostante le distanze: per almeno 150 giorni l’anno non ci vediamo, in agosto anzichè in vacanza con me è andato in Argentina con la nazionale; ci siamo rifatti in aprile, alle Maldive.
Dal rapporto con un campione tutto mi aspettavo escluso… dover aprire un negozio di pasta fresca. Non viviamo insieme però spesso gli cucino tortelli, passatelli e tagliolini. Gli piace il vino, quando si ferma con lo sci magari gira per cantine e fattorie: si sente un po’ come un barolo, perchè invecchiando migliora.
Io sono vicina alla laurea in marketing all’università di Modena e Reggio, lui ha il diploma di perito tecnico: si era iscritto a ingegneria ma ha rimandato gli studi per concentrarsi sulle gare.
Lo facciamo sentire un po’ l’ambasciatore di Reggio Emilia nel mondo, assieme a Carlo Ancelotti, reggiolese vincitutto, anche prima di passare al Real Madrid, e al maratoneta Stefano Baldini, di Castelnovo Sotto. Mi auguro che sia longevo e medagliato quanto il campione di Atene 2004 nella maratona e magari a fine carriera farà proprio l’allenatore. Comunque vuole restare nello sci.
Continuerà almeno sino al 2018, perciò lo seguiremo anche in Corea. Io stessa mi sono appassionata al suo sport e ormai scendere a spazzaneve è solo un ricordo.
In ogni gara è in camera con Stefano Gross, passa quasi più tempo con lui che con me… Cristof Innerhofer è stato bravo a portare a casa due medaglie, speravamo che altrettante arrivino dallo slalom, perchè lo stesso Stefano, Patrick Thaler e Manfred Moelgg erano già saliti sul podio in coppa del mondo. Gross c’è andato vicinissimo, peccato. Facevamo tutti il tifo per lui. E’ normale, da italiani.
Giuliano mi ha fatto conoscere Alberto Tomba, l’emiliano a cui si ispira, l’ex discesista Cristian Ghedina e l’olimpionica Tina Maze. Nel circo bianco ci sono bellissime atlete ma io sono tranquilla anche quando è da solo perchè è un ragazzo serissimo. Negli anni la passione ha coinvolto anche la mia famiglia: mamma Cristina è impiegata, papà Gabriele, 57 anni, lavora da una vita alla Coldiretti, mentre mio fratello Giovanni, 30enne, è ingegnere alla Ferrari. E’ capitato di andare tutti a seguirlo, in pista.
Il campione preferito di Giuliano è Alessandro Del Piero, due anni fa doveva incontrarlo a Bologna ma la partita con la Juve fu rinviata. Naturalmente per neve e allora neanche se la prese più di tanto. Si rilassò mettendosi a leggere i romanzi degli americani, Dan Brown e Clive Cussler. Anche a me trasmette il piacere delle buone letture.
Siamo anche orgogliosi della nostra emilianità, ammiriamo Marco Belinelli, bolognese di San Giovanni in Persiceto. Il Razzo ha toccato vertici di popolarità non distanti da questo campione della Nba, tornerà a essereesfdsprotagprotagonista. Lo vuole con tutte le sue forze.
(testo raccolto da Silvia e Vanni Zagnoli)