di Vanni Zagnoli
Domani notte è l’ultima notte del San Diego cafè, un locale cult, di Reggio. In viale Simonazzi arriverà una piadineria da asporto, l’affitto era troppo elevato per andare avanti. Da anni era il punto di riferimento di chi ama fare l’alba, in particolare stranieri, dell’est come dei caraibi. Un crogiuolo di popoli e culture, di persone che vivono per quel tipo di aggregazione. Un bicchiere di spumante o di vino o di liquore e via a raccontare qualsiasi cosa. Reggiani, coppie, ma soprattutto romeni e albanesi, domenicani e colombiani. Persino figlio e mamma. Gente che magari andava lì a cercare amicizia, anche intima. Anche particolare, con ragazzine che si appartavano in bagno.
Anche professionisti della città andavano a mangiare qualcosa dal buffet, attivo sino quasi all’alba, e a leggere i giornali.
Centinaia gli affezionati, anche di giorno, per l’unico locale nel comune aperto quasi 24 ore, ogni giorno. Chiudeva giusto 1-2 ore, magari dalle 6,30 alle 8. Anche al bancone si alternavano accanto al titolare, Emanuele, ex elettricista, un appassionato di birre, Butch Reynolds (nessuno sa il suo vero nome), ingaggiato di recente, e in precedenza il giovane Filippo. Durante il giorno c’era una mauriziana, qualche notte un capoverdiano.
Musica anche alta, balli improvvisati, feste la domenica sera – come quella di domani – e un modo di socializzare tipicamente straniero. Molti anche i nordafricani presenti. Ogni tanto qualcuno alza troppo il gomito e allora chi è dietro il banco evita di servire altri alcolici. Rari, invece, gli interventi delle forze dell’ordine, nonostante qualche momento di tensione.
Il San Diego ripartirà, ma con un altro nome, sempre alle porte del centro, ma ancora non si sa dove nè quando. Gli affezionati sono in ansia, quel piccolo locale soprattutto d’estate era zeppo sino all’alba
