Vanni Zagnoli e la Silvia
Dunque, qui racconto, dedicando a Silvia, la grandezza di Franco Dal Cin. Non la racconto perchè in tutto il mondo la sanno, dovrei ripescare mie vecchi pezzi. Sbagliati, stupidi, assurdi. Ho avuto cattivi maestri, mi adeguavo a una città arcicritica.
Dal Cin, semplicemente, era il miglior dirigente italiano del calcio, avanti a tutti 10 anni.
E lo irridevano, a Retemilia, Stefano Marchesini e Massimo Cavalieri, a Telereggio Marco Gibertini e Franco Tosi, sul Carlino magari Andrea Ligabue e Daniele Barilli, con l’avallo di Ezio Fanticini, Gigi Manfredi e Gigi Zerbini. E Cancio Cancellieri.
E alla Gazzetta William Giberti ed Ercolone Spallanzani, Ivano Paterlini e Massimo Cesena – lo chiamava così Laccabue -. E i Cocchi, Luigi e Armando. E Mauretto del Bue – Del Bove? – su Tuttoreggiana. E il rosso, Lusetti.
E quanti dimentico. E Wainer Magnani no, sulla Gazzetta di Reggio.
Un giorno mi prese da parte, con Dal Cin, mi attaccarono, avevo 25 anni. Avevano ragione. Straragione. Ho sbagliato tutto, a dare a mente alla massa.
Franco Dal Cin era, è il numero uno.
Franco e basta.
Franco. Io picchiavo duro, su Tuttosport e magari Il Giornale, su Il Tempo e magari Avvenire, su L’Indipendente e magari L’Informazione. Su radio Bruno e magari radio Capital, su radio 24 e magari Rmc. Non su Gazzetta di Parma, perchè all’epoca c’era Giorgetto Campanini, l’uomo con il sigaro.
Ecco, ho sbagliato e una volta in vacanza, all’alba, meditando, l’ho scritto a Dal Cin. 9 anni dopo, forse, avevo capito. Che vergogna. Mi vergogno.
Ho chiesto scusa, ho riparato, ho capito ma era tardi.
Dal Cin Franco, con tutto il suo entourage.
Dal Cin e lo stadio e tutto. Futre, Ancelotti, Lucescu.
Dai, su. Lucescu.
Dai, cavolo. E pensare che ancora non facevo uso di psicofarmaci! Grazie all’omeopatia, li ho smessi da anni. Ogni tanto abbasso le gocce e ricasco nei vecchi errori