Avevo già parlato diffusamente degli uomini mercato della serie A e della loro influenza nelle decisioni durante l’allestimento della squadra, ma la traccia di Vanni Zagnoli mi da la possibilità di tornarci, parlando dell’influenza dei tecnici.
La prima cosa che deve essere chiara a tutti è che non esistono scelte tecniche, ma esistono le scelte economiche, quelle dettate dai bilanci, dalle plus valenze e dai rigidi parametri del far play finanziario.
Precisato questo, non c’è dubbio che vi siano allenatori che incidano in misura preponderante e tecnici che incidono poco niente, insomma quelli soprannominati aziendalisti.
Mancini, non c’è dubbio che abbia determinato il mercato dell’Inter, ha tracciato le linee guida, ha convinto giocatori spendendosi in prima persona, poi è chiaro che l’Inter, non facendo le coppe, aveva un appeal modesto e, alcune prime scelte di Mancini hanno declinato, così Ausilio, il d.s, ha provveduto a prendere altri giocatori, sempre voluti da Mancini, ma che non erano le primissime scelte.
Evidente che le cessioni, soprattutto quella di Kovacic è stata fatta per esigenze di bilancio e non per una scelta tecnica.
Nelle altre squadre, Mihalovic al Milan ha determinato tanto, le scelte sono state tutte le sue, certo pure lui, per gli stessi problemi dell’Inter, ha dovuto ripiegare su seconde scelte.
Allegri voleva certi giocatori, mai arrivati, Marotta gli ha preso due giocatori all’ultimo giorno di mercato, sicuramente non sarà stato contentissimo, ma Allegri anche al Milan , determinava poco.
Alla Lazio fanno tutto Lotito e Tare, Pioli ha poca voce in capitolo.
Alla Roma, quest’anno, Garcia ha contato meno, anche se alla fine Sabadini lo ha accontentato con il suo pupillo francese Digne.
Al Napoli Sarri è stato ascoltato , la rivoluzione voluta da De Laurentis, non poteva non essere fatta sotto l’egida del nuovo tecnico, anche se, pure lui, a qualche obiettivo ha dovuto a rinunciare.
Ventura, sarà per la sua esperienza e per i risultati ottenuti al Torino, è uno dei tecnici più ascoltati e difficilmente arrivano giocatori al toro che lui non gradisca.
Nelle piccole squadre gli allenatori si limitano a dare la cosiddetta lista della spesa ai direttori sportivi, i quali, quasi sempre hanno l’imput di vendere prima di comprare, e gli arrivi , spesso e volentieri sono stranieri a loro sconosciuti.
È finita da un pezzo l’era di quando gli allenatori dettavano legge, quando prima di firmare volevano precise garanzie tecniche, oppure esigevano di avere la squadra al completo per l’inizio del ritiro, ora tutti accettano di guidare squadre senza sapere di preciso chi arriverà e chi partira’ .
di Vanni Puzzolo