L’inizio lo dedico volentieri al rientrante Donadoni che al suo esordio a Bologna coglie una vittoria brillante, tre gol fatti, zero subiti, si sblocca Destro e tutto fa prevedere sia stata la partita della svolta.
Bella, professionale, umana e intelligente la cena fatta giovedi fra Rossi che lasciava e Donadoni che subentrava, raramente si vede, non è usuale farlo, chi arriva vuole portare idee sue, chi parte non ha voglia di concedere nulla, ed invece i due si parlano e il Bologna vince. Bravi ed intelligenti.
L’Inter torna in testa grazie ad una partita umile, determinata e assatanata, Mancini ci mette del suo, fa scelte decise, ne cambia 6 rispetto a Bologna, fuori Icardi, appannato, dentro i due terzini troppo presto dimenticati Nagatomo e D’Ambrosio, conferma per Ljaic.
La vittoria dell’Inter, seppur sofferta, è il classico esempio di una squadra inferiore che approccia alla gara con umiltà, con determinazione e convinzione, con gli occhi della tigre, e riesce a battere una squadra che pure ieri si è rivelata superiore, ma la differenza , a mio avviso, l’hanno fatta due cose: la grinta di Medel e la pigrizia di Dzeko, e il vantaggio di poter preparare bene una partita senza pensare a quella successiva di coppa.
In realtà anche i cambi di Garcia non mi hanno convinto, ma questa non è la prima volta.
Rimango dell’idea che l’Inter non sia attrezzata per lo scudetto, ma non condivido chi parla di sola fortuna, dopo 11 gare se sei primo non può essere solo fortuna, se per sei partite non prendi gol, non è un caso, e segnatevi la coppia centrale dell’Inter, la doppia M-M, Murillo e Miranda, ora la coppia più affidabile del campionato.
E nel campionato italiano a non prendere troppi gol, si va sempre tanto lontano.
La Fiorentina sbriga la pratica Frosinone in 45 minuti, Sosa si può permettere un robusto turn-over in vista dell’incontro decisivo in Europa Legue, e la Fiorentina appaia l’Inter in testa alla classifica.
Il Napoli di Sarri, pur disputando una discreta gara, fallisce l’aggancio in vetta e non va oltre il pareggio, ma va detto che il Genoa in casa fa paura a tutti.
Concludo con la Juve che ritrova la vittoria al 94 ° nel derby, la squadra dopo le tremende critiche di Buffon ha dato tutto, ha ritrovato grinta e determinazione, un gioco discreto, ma la vetta è lontana e sarebbe gia’ un buon risultato centrare il terzo posto.
testo autoredatto da Vanni Puzzolo