La riapertura dell’inchiesta sulla morte di Pantani, con la richiesta della famiglia e del loro legale, avvocato De Rensis, lo stesso di Antonio Conte, aveva sollevato in Romagna un grande entusiasmo, tutti i fans del pirata erano convinti che finalmente si sarebbe fatta chiarezza su di un suicidio che nessuno aveva mai accettato.
La notizia di oggi invece, mette una pietra tombale su tutta la vicenda.
Il procuratore della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli, non solo nella sua richiesta di archiviazione spazza via ogni dubbio sollevato dal legale di famiglia circa le cause della morte e il possibile omicidio, ma specifica che “nelle indagini fatte nel 2004 non ci sono stati errori ed omissioni” e chiude ogni ulteriore varco sostenendo che “nella denuncia di riapertura delle indagini per omicidio, non c’era uno straccio di indizio che andasse nella direzione di un delitto, ma solo illazioni prive di elementi concreti”.
Un bel cazzotto in faccia al facoltoso avvocato che aveva sostenuto e dato fiato alle grida di dolore di mamma Tonina (la quale ha sempre sostenuto che Marco glielo avessero ammazzato) , ma anche ai diversi libri scritti: dal giornalista Francesco Ceniti della Gazzetta e da Davide De Zan, nei quali evidenziavano con energia le tante anomalie e stranezze di una morte passata alla storia come un suicidio.
Solo il giornalista romagnolo Andrea Rossini, del Corriere di Rimini, aveva sostenuto, nella sua opera, la tesi contraria, e così era stato in verità attaccato e criticato da tutti.
Oggi il pm riminese rivaluta il lavoro del capocronista del Corriere e stabilisce che la morte del campione, come scrive il perito della Procura, dottor Tagliaro, è stata causata non solo dalla cocaina, presa comunque in grandi quantità, ma da un cocktail con altri farmaci verosimilmente per una volontà suicida di Pantani.
Il pm aggiunge anche in maniera molto dura che non solo non si è trovato traccia nelle indagini di un eventuale omicida, ma nemmeno di un eventuale ipotetico movente e, quello che più fa clamore, sostiene che ci sia stata da parte del legale della famiglia l’intento, nel chiedere la riapertura delle indagini per un’ipotesi di reato di omicidio, solo la volontà di riabilitare la figura del Pirata.
Vedremo ora alla luce di queste conclusioni pesanti come reagirà la famiglia e come l’avvocato De Rensis controbatterà a queste accuse.
di Vanni Puzzolo