Una chiusura di quattro mesi, a partire da domani, per il Cocoricò Lo ha deciso il questore di Rimini Maurizio Improta. Il provvedimento è stato adottato in base all’articolo 100 del Tulps dopo la morte, avvenuta il 19 luglio, di Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello ucciso da un’overdose di ecstasy.
Il provvedimento era nell’aria, anche se nessuno pensava ad una chiusura così lunga e a un pugno di ferro così energico.
La sensazione è anche che le indagini siano state lunghe e accurate , ma anche che si sia aspettato per la chiusura che i due super eventi di venerdì e sabato sera avessero luogo, eventi di portata internazionale, da lungo programmati è che non potevano essere rinviati senza penali salatissime.
Hanno pesato, sicuramente, nell’intransigenza del questore, i precedenti e le varie inflazioni rilevate dalle indagine dei carabinieri di Riccione, diverse infrazioni ma alcune recidive.
La notizia ha fatto esultare tante famiglie di Rimini e dintorni , vedendo nella chiusura un pericolo cessato per i propri figli, ma ha anche gettato nello sgomento duecento famiglie che lavorano all’interno della struttura più famosa d’Italia.
Io faccio fatica a capire se il provvedimento sia giusto, come pensano tanti, o ingiusto ed ipocrita come ritengono tanti giovani che dal web hanno lanciato subito l’astag ” iostoconilcocorico” e per la quale sono state raccolte più di seimila adesioni.
Il dibattito e’ aperto : Rimini, Riccione, la Romagna tutta, ma anche l’opinione pubblica in generale e’ divisa, e ognuno ha argomenti e motivi per suffragare le proprie tesi.
Il sindaco di Ricccione Renata Tosi non ha dubbi: “provvedimento esemplare” ha dichiarato.
Il quesito che si pone , a mio avviso, e’: può un’organizzazione privata supplire dove lo Stato e le istituzioni e le forze dell’ordine non arrivano?
L’altro quesito e’: un locale pubblico deve rispettare delle determinate norme di pubblica sicurezza, ovvio che se non le rispetta e’ sottoposto a sanzioni amministrative con multe, e repressive con sospensione della licenza e chiusura temporanea, e un cittadino ha il dovere di pretendere che se ha un che figlio frequenta tal locale, le norme debbano essere rispettate ?
Ultimo quesito: ma chiudere un locale perché non rispetta norme di pubblica sicurezza, che ci azzecca con la lotta alla droga? Forse sta proprio qui l’ipocrisia, il Cocorico’ viene chiuso non perché sia morto un sedicenne di overdose, questo è solo il pretesto, la causa, ma l’effetto rimane vogliamo provare tutti assieme pubblico e privato a cercare di adottare soluzioni idonee per la riduzione del danno, per la prevenzione dello spaccio, e per non dover poi fare solo della repressione?
di Vanni Puzzolo