Inutile dire che sconcertazione e sgomento, oltre che a tanta confusione regnano sia alla Pinerina che in sede all’Inter.
L’Inter con il contratto e l’assunzione di Mancini ha creato un dogma: il mister decide tutto e non si discute, anche l’ultimo arrivo, il direttore generale, che ha preso il posto di Fassone , Giovanni Gardini, è un Mancini’s man .
Ausilio va in tv e attacca i giocatori ribadendo la centralità e, aggiungo io, l’onnipotenza e l’onniscenza di Mancini.
Zanetti, il vice presidente parla di carattere e di grinta da tirare fuori, ma non azzarda alcuna critica alla gestione tecnica, anche se, fra le righe, dice che ” le questioni tecniche vengono decise in maniera assolutamente autonoma da Mancini e dal suo staff” , e forse , qualcosa vuole mandare a dire .
Insomma nonostante una continua Waterloo e un significativo peggioramento della classifica, il 6 gennaio l’Inter era prima, il 28 febbraio è quinta , nessuno pone le domande scomode.
L’In ter peggiora sotto tutti i punti di vista: fisico, tecnico, tattico, la difesa da migliore del campionato, diventa la banda del buco, con errori individuali da terza categoria.
L’attacco segna con il contagocce e tira quasi mai in porta.
I terzini non arrivano mai sul fondo per fare un cross decente per Icardi.
A centrocampo l’Inter non riesce a fare tre passaggi consecutivi.
Mancini cambia formazione e modulo tattico ogni domenica, ma nessuno dice nulla, il motivo è semplice: nessuno ha l’autorità per farlo, e Thoir, quando non ride, pensa a come trovare nuovi finanziatori.
Ora manca solo che avvenga il sorpasso del Milan, che ora è a un punto, e poi temo che la situazione esploderà fra i tifosi e tutto il mondo esterno nero-azzurro, dopodiché, forse, anche Mancini, verrà messo in discussione, ripeto, forse.
Nella patria dove gli allenatori sono stabilmente criticati, messi in discussione, esonerati, Mancini, sembra, goda della dispensa papale.
Sarei molto curioso di sapere cosa ne pensa Mazzarri, che per doveri contrattuali e’ obbligato al silenzio.
Ma, cose si usa dire, quando tutto è buio, una luce in fondo al tunnel c’è sempre, non è un treno…
Tavecchio potrebbe risolvere la questione : ormai assodato l’addio di Conte dopo gli Europei, il presidente federale potrebbe pensare seriamente a Mancini, e toglierebbe l’impasse a tutta la famiglia nero-azzurra.
Io credo che dopo aver visto giocare l’ Inter a Torino, dopo aver visto ieri sera Fiorentina-Napoli, dopo aver visto giocare quest’anno il Sassuolo, l’Empoli, la Fiorentina stessa, qualche domanda i dirigenti nero-azzurri se la dovrebbero porre: ma hanno tutti giocatori migliori dei nostri? O magari, sono solo gli allenatori che li fanno giocare meglio?
Diversi anni fa, ci fu una situazione analoga, risolta nella stessa maniera, elegante ed indolore.
Sacchi al Milan era un totem, aveva vinto tutto, ma , a suo avviso, il ciclo di quei giocatori era finito, avevano finito le motivazioni, non voleva più nemmeno Van Basten, e mandare via Sacchi era una bestemmia.
Berlusconi da uomo di mondo trovò la soluzione migliore, propose a Matarrese, che stravedeva per Sacchi, di affidargli la guida tecnica della Nazionale, la differenza di ingaggio fra i lauti stipendi berlusconiani e le misere casse della federazione, l’avrebbe colmata lui.
Furono tutti felici e contenti, Berlusconi affido’ il Milan a Capello che continuò a vincere, Matarrese sposo’ il suo profeta che lo portò alla finale dei mondiali americani, persa solo ai rigori, e nessuno si sentì ne’ offeso ne’ dileggiato .
Se ciò accadesse all’Inter, forse, sarebbe la migliore soluzione per uscire da una situazione imbarazzante è paradossale, anche perché, Mancini, non ha vinto quanto Sacchi, e soprattutto, non ha mai fatto giocare le proprie squadre come Sacchi.
testo autoredatto da Vanni Puzzolo