Per me il mistero rimane: non so spiegare il perché i cestisti giochino tutti i giorni mentre i calciatori non reggono tre partite a settimana.
I calciatori hanno sicuramente molto stress e i gli scontri nel calcio sono sicuramente più violenti e duri, ma questo non giustifica la necessità che hanno di tirare il fiato dopo due partite consecutive in una settimana.
Il turnover adottato dagli allenatori, in questo periodo, mi fa ridere.
Se dopo una partita di Champions, e prima di un turno infrasettimanale a settembre, sentono la necessità di fare questa grande rotazione, io credo che non sia certo per una presunta stanchezza dei giocatori, che dopo appena due mesi di attività non possono essere stanchi, ma ritengo sia solo per dare la possibilità di giocare a tutti. Questa strategia, però, la adottano gli allenatori con poca personalità.
Quando una squadra va bene, l’ideale è cambiare il meno possibile, inserire giocatori nuovi comporta trovare difficoltà nei meccanismi e, in mancanza di stanchezza, non se ne capisce la ragione.
Sul campo del Chievo, infortunati a parte, Mancini non ha cambiato nessuno. La squadra va bene, sta crescendo, perché fare perdere il ritmo a giocatori che, giocando, lo troverebbero sempre più?
Garcia con il Sassuolo ne ha cambiati sei, ha pagato questo, la squadra che aveva fatto bene con il Barcellona è stata stravolta e nel primo tempo la Roma si è trovata spesso in difficoltà contro una formazione che gioca a memoria.
Allegri qualche cambio lo ha fatto, ma non tropo, e comunque lui ha una rosa di assoluta affidabilità.
Semmai è prima della terza gara che avrebbe senso fare qualche cambio, se i test che fanno settimanalmente e se i rilevatori di fatica in dote a tutte le squadre dovessero segnalare qualche giocatore con troppo acido lattico nelle gambe.
Le squadre che vincono cambiano poco o nulla, certo dopo sette mesi di attività è normale che ci sia bisogno di alternare qualcuno, ma i giocatori importanti giocano sempre. Solo gli allenatori che non sanno gestire certi calciatori si rifugiano in un turnover con il chiaro intento di accontentare tutti e non scontentare nessuno.
di Vanni Puzzolo