Vanni Puzzolo commenta la provocazione di De Meis (Cocoricò): “Porteremo all’estero il simbolo dello sballo”.

La piramide del Cocorico
La piramide del Cocorico

Conferenza stampa dell’ex amministratore e socio De Meis oggi pomeriggio a Roma : “La volontà della proprietà è chiudere l’azienda e di portarla all’estero, forse a Ibiza. In Italia le leggi attuali non consentono alcuna possibilità a locali come il nostro di sopravvivere”.

“La nostra non è una decisione in polemica con il provvedimento del Questore,  il quale applica le leggi vigenti,  ma prendiamo atto che nel nostro caso e’ stata applicata una responsabilità oggettiva dalla quale e’ impossibile difendersi e che anche in caso di riapertura, allo stato delle disposizioni attuali,  non mancherebbero i motivi e le cause per provocare altre chiusure”.

Queste le parole di un De Meis amareggiato ma calmo e lucido nel corso delle numerose domande, ma conferma la intenzione anche dei suoi 4 soci di chiudere il Cocoricò.

Nel leggere le motivazioni del Questore credo che avesse ben poche possibilità di manovra, le infrazioni erano diverse e ripetute e la recidiva ha fatto scattare inesorabilmente la sospensione. Anzi,  vi era anche la possibilità di un ritiro definito della licenza.

Sempre nelle motivazioni però vi è, a mio avviso, un corridoio che potrebbe trovare una via percorribile  nel ricorso al Prefetto o al Tar, perché viene ripetuto spesso la grande opera di prevenzione fatta dal gestore e la fattiva collaborazione negli arresti,  cioè quest’ultimi  sono stati fatti su segnalazione della vigilanza del locale,  quindi considerando che per alcune infrazioni passate il locale aveva già pagato con piccole sospensioni io credo che il margine di un accoglimento parziale del ricorso ci sia.

Alcuni spunti dalla conferenza: si è parlato di soluzioni e di futura possibile collaborazione fra proprietà,  istituzioni e forze dell’ordine,  ecco questo lo trovo positivo,  non una polemica con l’autore della sandzione ma una proposta di futura possibili collaborazione per operare in funzione della diminuzione del danno.

Tampone all’entrata,  daspo per i recidivi con divieto assoluto di entrata in tutte le discoteche,  cani antidroga all’entrata, braccialetto ai minorenni per individuarli e vietargli il consumo di alcolici,  soluzioni a mio avviso buone che possono essere un buon inizio e a cui io aggiungerei acqua gratuita all’interno o comunque a prezzo simbolico,  pill test, zone chillout, punti di informazione fuori dalle discoteche con personale qualificato che informi, ma al tempo stesso possa soccorrere ed essere considerati veri salva vita,  senza sanzionare nessuno,  personale che deve avere ed attirare la fiducia del ragazzo che si sta sballando o che lo sta per fare,  e che può trovare educatori competenti che intervengano immediatamente.

Se i gestori vedono nelle forze dell’ordine non un antagonista ma una risorsa,  e se le istituzioni non demonizzano le discoteche ma fanno assieme a loro prevenzione, investendo risorse,  forse , si potrebbe arrivare a limitare questo devastante fenomeno e soprattutto ad evitare di sostenere che, sono parole del Questore, “le discoteche siano territorio naturale dello sballo”.

di Vanni Puzzolo

 

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