Il mercato di Puzzolo. L’argentino Calleri appartiene a un fondo di investimento, le normative Fifa vietano quelle proprietà: viene tesserato dal Bologna, poi l’Inter lo riscatta, per aggirare la norma

 

L'argentino jonathan Calleri, al centro di un intrigo di mercato
L’argentino Jonathan Calleri, al centro di un intrigo di mercato

Il nome di Jonathan Calleri è uno dei più gettonati dell’attuale finestra di mercato, durante la quale i club tentano di correggere i presunti errori commessi in estate, cercano di cedere quelli ritenuti in esubero, e tentano di acquistare quelli che potrebbero garantire un miglioramento alla squadra.

L’intrigo di mercato che coinvolge il talentuoso attaccante argentino non è tuttavia di interesse solo tecnico-sportivo, ma anche giuridico, poiché mette in luce un fenomeno piuttosto diffuso in Italia, nel mondo del calcio e non solo in quello: si cerca sempre di raggirare la legge esistente.

Nel mondo del calcio si sono moltiplicati da un po’ la presenza di fondi di investimento, “Third Party Ownership”, questo il nome originario in inglese, questi investono sui cartellini dei giocatori speculando poi sul valore che questi ultimi raggiungeranno in futuro.

La Fifa ha da tempo dichiarato guerra a questo tipo di operazioni, arrivando a bandirle attraverso un provvedimento del dicembre del 2014, entrato in vigore il 1 Maggio 2015, disponendo il divieto di tali operazioni.

Nel caso di Calleri, il proprietario del cartellino risulta essere un fondo di investimento, lo Stellar Group, non nuovo a certe operazioni.

Le squadre interessate a questo giocatore sono molte, di cui l’Inter, che sta cercando un modo per aggirare la normativa in vigore.

La strada più utilizzata per eludere la normativa è quella di fare transitare il calciatore tra le file di un club compiacente, destinatario di un prestito oneroso, in attesa di una società disposta a riscattarlo ad un prezzo pari o superiore a quello di vendita dal club originario.

Mi spiego: supponiamo che il Club Atletico Boca Juniors intenda vendere all’Inter il suo giocatore, il cui cartellino appartiene al fondo, se il club italiano andasse a definire questa operazione con la società argentina andrebbe incontro ad una sanzione da parte della Fifa.

Il modo per eludere tale sanzione sarebbe quello di prestare il giocatore ad una società terza in attesa di concludere il trasferimento, che risolverebbe “ipso facto” il contratto di prestito, con il pagamento del riscatto.

Il meccanismo appena descritto è stato più volte utilizzato in casi analoghi e integra una prassi piuttosto consolidata, con la quale i fondi di investimento tendono ad aggirare il divieto della Fifa, servendosi di società compiacenti nelle quali transitano i giocatori sui quali investono, cessando cosi di essere terze parti.

Per la cronaca Calleri dovrebbe essere tesserato dal Bologna e a luglio riscattato dall’Inter.

di Vanni Puzzolo

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