Sapete come la penso, vorrei che nel calcio esistesse la meritocrazia. La panchina della Reggiana resta prestigiosa, affascinante, anche 15 anni dopo l’ultima serie B, la scelta di Alberto Colombo a prescindere non mi convince.
Certo, il trend del calcio nazionale è questo, gli ultimi arrivati sono i primi. Cioè, un calciatore anche senza nome smette e subito diventa tecnico professionista di una squadra professionista. Se si tratta di un campione, passi, ma un illustre signor nessuno conviene che faccia un percorso più articolato: giovanili, campionati dilettantistici, serie D, dopo almeno un lustro e campionati vinti può arrivare in Lega Pro.
Poi, per carità, qualcuno fa anche bene subito come Scazzola, neopromosso in serie B con la Pro Vercelli.
Le perplessità mie erano su Mangone e Zauli, diverso il discorso per Battistini che aveva vinto due campionati ma ha deluso.
Non serve un allenatore giovane per valorizzare i giovani, neanche servono i giovani, l’importante è costruire una squadra spettacolare, motivata e possibilmente lottare per i playoff.
Naturalmente, nulla contro Colombo, il mio ragionamento è generale e tocca l’intero sport.
In bocca al lupo alla Reggiana e, ovvio, spero di avere sbagliato previsione.