Dunque, a differenza di un grande collega che solo quest’anno, a denti stretti, ammette di sbagliare (“Ogni tanto capita, molto raramente, ma può capitare”), io mi vanto di farlo.
Quando il Tardini fischiava Pellè, io ero d’accordo. Non mi piaceva, non è aggraziato. Il lunedì sera dopo Parma-Palermo, il tm Sandro Melli telefonò a Barsport, in diretta, su TvParma, per difenderlo. Obiettai, unico in studio: “Eravamo abituati a Chiesa, Crespo, anche alla tua classe… E’ normale disapprovare”.
I colleghi mi seguirono, perchè amano assecondare le scelte della società o del tecnico. Ebbene, nel tempo, ho sbagliato clamorosamente e lo ammetto. Pellè aveva potenzialità, bravi Preiti e Leonardi a intuirle. A me piaceva quando si rivelò, era potente e segnava, direi nel Cesena, vado a memoria. In quel Parma colpiva per la potenza, anche in fascia, però era troppo macchinoso. Poi Pellè è diventato anche titolare in nazionale. Ho visto male, ma molto male. Ma clamorosamente male.
L’ultimo degli addetti ai lavori – allenatori, ds, dt – capisce più del migliore dei giornalisti, di calcio, figurarsi di me.