di Dimitri Canello
Si è spento nella notte all’età di 57 anni all’ospedale di Monselice il giornalista del Mattino di Padova Furio Stella. Triestino di origine, ma padovano di adozione, Furio era una delle penne più brillanti e cariche di talento che il giornalismo padovano abbia mai prodotto nell’ultimo trentennio. Penna valorizzata, a mio parere, solo in parte da una carriera che ne ha comunque lasciato intravedere in maniera netta e cristallina le straordinarie potenzialità linguistiche, di scrittura e di approfondimento.
Numerose le sue collaborazioni: dalla Rai alla Stampa, dal Giorno al Centro di Pescara a L’Alto Adige di Bolzano. Nel 1995 ha fondato l’edizione italiana di Nexus di cui è stato direttore fino al 2004 e dal 2008 si occupava di Effervescienza, l’inserto scientifico del mensile Biolcalenda. Ha pubblicato anche diversi libri, fra cui la raccolta di racconti La casa dei molini a vento (Edizioni Andromeda, 2008) e il romanzo Il cameriere di Rocco (Edizioni La Torre, 2012); oltre a due libri sul Calcio Padova La vecchia signora di provincia (con Gianadolfo Trivellato, Edizioni Tipopadova 1980) e Calcio Padova 1910-2010, un sogno lungo un secolo.
Collega brillante e arguto, straordinario professionista e uomo di una simpatia unica e coinvolgente, ne avevo raccolto più di una volta le sofferenze in merito a un ambiente che pativa molto e che, forse, da tempo non sentiva più suo. Un uomo che ho sempre stimato e che mancherà tantissimo a tutti noi. Da parte della redazione di Padovagoal un saluto al grande Furio e sentite condoglianze alla famiglia.
(v.zagn.) Da anni non incrociavo Furio Stella, negli stadi dell’Emilia Romagna. Il Padova era rimasto lontano dal grande calcio, sul Cittadella facevo toccate e fughe e lui non lo seguiva. L’avevo conosciuto bene quasi 20 anni fa, a Reggio. Ottimo professionista, disincantato. Non sapevo della malattia, di recente avevo sentito i colleghi del Mattino di Padova.