(v.zagn.) Aspettando magari una volta di intervistare Diletta Leotta, o almeno di scriverne un ritratto per testata vera, ospito la fantasia di Fabrizio Biasin, capo dello sport di Libero, nel sito condiviso con Fabio Corti, alla politica del quotidiano milanese.
Ossessione Diletta – Il Senso Del Gol
Ci scrive Luca.
Luca è innamorato. Molto.
Luca chiede aiuto.
Luca non sa come fare e dice “per favore, pensateci voi, scrivete quattro righe per conto mio, per farle capire quello che provo, come sto. Lei deve sapere e io non ho i mezzi…”.
Luca, che dire… ci proviamo.
Ciao Diletta,
scusa se ti do del tu, ma sei la mia ragazza.
Cioè, tu non lo sai, ma è così.
Vedi Diletta, a me la serie B interessa più o meno come il problema legato alla diffusione del Punteruolo Rosso (noto parassita delle palme) nella zona afro-mediterranea: una sega.
A me la serie B interessa solo perché ci sei te, Diletta, che sei la mia ragazza. Cioè, tu non lo sai, ma fidati che è così.
Scusa Diletta, volevo dirti che anche oggi non sono uscito di casa. A occhio è il ventesimo sabato da settembre. Mettici anche i turni infrasettimanali e capirai che trattasi di amore vero, malattia, farfalla nello stomaco.
Resto a casa per vedere te, Diletta, che sei la mia ragazza. Anche se non lo sai.
Ti spiego, Diletta, a me del Lanciano frega come dell’estinzione del cormorano in Guinea Equatoriale: una minchia di niente.
Perché a me interessi tu.
Per dire, l’Ascoli: chi cazzo se ne frega dell’Ascoli? Dell’Ascoli mi interessa solo quando apri quella bocca color pesca e dici “Petagna”, “Perez” o “Pecorini”. Anzi, Pecorini no, che poi risulti volgare. Volgare tu? La mia ragazza? Impossibile.
Ecco, Diletta, vorrei tanto che apprezzassi il mio impegno, la mia forzata passione legata alle sorti, chessò, del Modena, della Ternana, dell’Avellino, della Pro Vercelli.
Sai quanto interessa a me della Pro Vercelli? Un Pro cazzo. E dell’Entella? Dell’Entella mi interessa solo perché ho scoperto che è la squadra di Chiavari.
Pensa che sabato scorso dopo la diretta mi sono addormentato e ho sognato che andavamo in riva al mare proprio a Chiavari. Tu e io. Ti portavo a mangiare uno spago allo scoglio. Solo che a un certo punto tu mi hai detto: “Scusa Marchegiani, mi passi il pane per la scarpetta?“. Mi son svegliato tutto sudato e c’eri tu in diretta che parlavi con l’ex portiere della Nazionale. Che 1) non è il tuo ragazzo perché quello sono io. 2) Ha perso la finale Mondiale a Usa ’94, tra l’altro da panchinaro. E quindi, Marchegiani, cazzo vuoi? Vai a Varazze con Sacchi, Mussi, Pizzul e lasciami sognare in pace. Portati anche Di Marzio, così svuotiamo lo studio.
Insomma Diletta, ci sono cose che non capisco. Cioè, io non voglio affatto fare polemica ma ho bisogno di chiederti se ti rendi conto di cosa succede quando ti inquadrano a figura intera e tu “casualmente” (mica voglio insinuare che lo fai apposta, sia chiaro) ti metti di trequarti. Cioè, Dile, non sono un tipo geloso, ma quando sussurri, per dire, “Buona incursione di Pettinari in Como-Vicenza” o “Riprende la marcia del Livorno di Panucci” credo in tutta onestà che a casa nessuno ascolti quel che dici e semmai tutti osservino la curvatura cui costringi vestiti francamente troppo aderenti.
Non si fa Diletta: non lo accetterebbe mister Rastelli, direbbe di no mister Oddo, per siffatta provocazione ti metterebbe in panchina persino mister Festa. Figuriamoci io, che sono il tuo ragazzo. Anche se non lo sai.
E niente, Diletta, ti scrivo per farti sapere che forse non è cosa, forse dovremmo ripensare al nostro rapporto: tu là a parlare di corner con il primo che passa – chessò, Mutti, tra l’altro esonerato – e io a casa costretto a sfruttare le potenzialità dell’On Demand per rivederti dopo che hai lasciato la linea a Trevisani o Compagnoni. Maledetti quelli, prontissimi a fare i galletti con frasi tipo “Grazie Diletta, abbiamo assistito a una gran giornata di seriebbì”. Sì, certo, hanno sicuramente guardato la serie B, non tu di trequarti che sembri la Variante Ascari fatta a donna.
Non è giusto Dile, proprio no. Anche noi dovremmo avere i nostri “momenti Ikea”, le nostre liti perché io dico “stasera pizza” e tu “No, Sushi”, invece dopo 25 giornate siamo sempre allo stesso punto: io in silenzio sul divano e tu che blateri cose che mi riguardano pochissimo tipo “Lapadula allunga in cima alla classifica cannonieri” o “L’Avellino riuscirà a dimenticare il vuoto lasciato da Trotta?”. Forse sono messaggi in codice e se è così, ti prego, dimmelo, perché altrimenti per quanto mi riguarda Trotta e Lapadula possono tranquillamente andare a Varazze con Di Marzio e Marchegiani.
Anzi, ci andassero tutti a Varazze: patron Giulini del Cagliari, il Crotone dei miracoli, il presidente Abodi che è sempre tutto “cuore, amore e cartellini Verdi”, la serie B intera e soprattutto il bomberone del Novara che Felice Evacuò.
Evacuassero tutti Diletta e ci lasciassero in pace, per una volta soli: io che ti fisso dalla mia tivvù, di sabato pomeriggio, sul divano, e tu che messa di trequarti sussurri a figura intera “Ehi cadetto, sono la tua Spezia, la tua donna Latina…”.
Forse succederà Dile, forse no. Ma sappi che non mi arrenderò mai. Che ti seguirò ovunque. Anche in LegaPro. Perché sei la mia ragazza. Anche se non lo sai.
© 2016 ilSensoDelGol.it, Fabrizio Biasin