Questo pezzo era per il blog di un collega napoletano, che poi non l’aveva pubblicato. L’ho aggiornato ora, per il mio, adesso che ce l’ho.
Parlo spesso di invidia e ammirazione, per la carriera, per tutto. Ci sono quotidiani locali, regionali, che valgono quanto le affascinanti Sky e altro. E Il Mattino di Napoli è uno di questi.
Da anni seguo il Napoli, per il Gazzettino del Nordest e talvolta per Il Secolo XIX, con puntate anche per Libero e Il Giornale. Naturalmente quando arriva in Emilia Romagna non manco mai, spesso sono salito anche a Verona, per il Chievo.
Qui scrivo per una banalità, ovvero la differenza tra Mazzarri e Benitez.
I risultati mi sembrano analoghi, a spanne. Mazzarri aveva superato la fase a gironi di Champions league con molta fatica, Benitez l’ha sfiorato, la scorsa primavera. In Europa league Mazzarri era uscito con il Villarreal, onestamente superiore, ma aveva meritato forse i supplementari. Idem magari Benitez. In campionato, Benitez è stato terzo, contro il secondo, vado a memoria, di Mazzarri, e anche un terzo. Lo spagnolo ha vinto la coppa Italia, come il livornese, che avrebbe meritato anche la Supercoppa italiana, contro la Juve.
Dunque, per i risultati darei un 7,5 a Mazzarri, un 7 a Benitez, ma il voto subirà cambiamenti nel caso in cui gli azzurri dovessero uscire dal preliminare di Champions.
Qui però sottolineo due aspetti, lo spettacolo e l’umanità. E la carriera.
Non c’è paragone fra la spettacolarità di Benitez e l’attesa e ripartenza di Mazzarri.
L’umanità, la bonomia, le guance rosse del mister, persino l’ipertensione probabile, mi segnalava l’amico Matteo Punghellini, medico di Reggio Emilia con una dipendenza, come me, da Skysport24 e dal calcio.
La carriera, quel che a me sta più a cuore. Esattamente come quella dei primattori del Mattino. Penso alle grandi firme che ho avuto il piacere di studiare e frequentare. Toni Iavarone, capo dello sport, da un anno e mezzo in pensione, e blogger di successo, Ciccio Marolda e Vittorio Raio, Armando Borriello e Mimmo Carratelli, Mimì Pessetti e Leo Pacileo.
Paolo Barbuto e Francesco De Luca, Antonio Sacco e Roberto Ventre, Pino Taormina e Vinni Volpe, Gaetano Borrelli e Sergio Iannaccone. Un intreccio di sentimenti, fra me, l’Emilia Romagna e il Mattino. E tanti che dimentico. Enzo Pagliaro, ma quanti altri, poi. Bruno Abbisogno negli ultimi anni, Fulvio Scarlata oggi.
Ebbene, la carriera. Benitez per quanto ha vinto per me rappresenta un lusso per Napoli. Il Napoli lontano dai quarti di una coppa da un quarto di secolo.
All’Inter meritava un trattamento diverso, molta più pazienza e attenzione. La stessa che Moratti ebbe con Stramaccioni.
Però, però, però, questa stagione prima di Benitez non mi ha convinto appieno.
Il cambio dei difensori, Paolo Cannavaro lo seguo abitualmente allo stadio con il Sassuolo, è un difensore qualsiasi, ormai, forse, ma non così inferiore ad Albiol, quel Ghoulam non mi pare male ma non è fra i migliori al mondo nel ruolo. Lo è, invece, Maggio, purtroppo infortunato al mondiale.
Mi piace tanto Mertens, meno Pandev, Callejon benino, molto bene Higuain. Inler mi piaceva di più nell’Udinese, Dzemaili non vale i 9 milioni presi dal Parma.
Semplicemente, non capisco perchè il Napoli per ogni ruolo non prenda i migliori al mondo o quasi. O quasi, certo. Ora non ricordo neanche tutte le meteore, le delusioni, come Vargas o Fideleff, passato anche da Parma.
Gamberini, Britos, Aronica, bravini, non bravissimi.
Ho un debole per Riccardo Bigon, figlio di Albertino, mio interlocutore priviegiato – il padre -, però, non so, secondo me può essere più acuto ancora. Si punti sui migliori. Albiol ha sbagliato troppe volte, quest’anno spero si riscatti.
Insigne per me non era da titolare al mondiale, difatti ha deluso. Come Cassano.
C’è un dirigente fortissimo delle mie parti che sostiene che la stampa locale fa il gioco della società, che qualsiasi giornalista locale deve remare dalla parte della squadra. Ecco, l’onestà intellettuale, del Mattino, per esempio, c’è sempre stata. A mio avviso sì, critiche, anche no? Storicamente, intendo.
Magari, ecco, sulla moviola, forse, nel dubbio dalle mie parti – ma forse anche lì -, si dà ragione alla squadra della propria zona. Io, nel dubbio, agli avversari. E’ per questo che vengo considerato un invasore…