di Vanni Zagnoli
Quante ne ha viste e vissute Ferdinando De Giorgi, dal 1977 a oggi. Quattro mondiali li ha giocati, nel ’98 da titolare, fu l’ultimo dei tre di fila vinti. E allora la sua serenità, quel distacco apparente con cui segue la partita, senza scomparsi neanche sui -4, contribuisce a portare l’Italia ai quarti di finale. Lunedì sera, sempre a Lubiana, dovrebbe essere la Francia di Andrea Giani a battere il Giappone e a presentarsi da favorita contro gli azzurri, già battuti 3-0 a Bologna, nella semifinale di Nations league.
Contro Cuba sono state fondamentali anche le difese e le ricezioni di Fabio Balaso, 27 anni, padovano, al primo mondiale ma da metà dello scorso decennio fra i migliori liberi al mondo.
In Slovenia la partita è stata a lungo stellare, come un mondiale di pugilato, con la classe e l’astuzia azzurra a confondere a fatica la potenza dei caraibici, superati per 3-1: 25-21, 21-25, 26-24 e 25-18.
De Giorgi conferma il sestetto della prima fase, fin troppo facile, non aveva quasi effettuato cambi apposta, per migliorare l’intesa e allenare qualsiasi possibilità.
All’inizio Herrera piazza una battuta vincente su Balaso, gli scambi sono sempre molto rapidi e allora serve l’ace sporco di Michieletto, si diceva una volta, per raggiungere l’11-9. Con Mercarejo al servizio, Cuba avanza di due punti, occorre il muro di Giannelli per riprendere la parità e poi approfittiamo dell’errore di Herrera, uno dei tanti della sua serata. Sbaglia anche Mercarejo, sul 20-18 si respira meglio, soprattutto con il contrattacco punto di Lavia. Che poi riceve in maniera acrobatica e chiude con intelligenza, avviando al 21-25.
Il passaggio a vuoto azzurro è nel secondo set, Romanò (6-8) e poi Russo subisce un muro. De Giorgi chiama il secondo timeout e arrivano quasi di incanto 3 punti in sequenza. Osoria a muro offre il 13-16, due perle di Michieletto riportano la parità. Si sbaglia tanto in battuta, sono due attacchi complicati di Daniele Lavìa e il muro subito da Galassi a portare all’1-1. Il salvataggio di Giannelli offre la schiacciata di Micheletto, sul 19-23 il regista e capitano è sostituito da Sbertoli ma non basta per arrivare ai vantaggi.
L’Italia riparte precisa nel terzo set, raggiunge l’8-5 grazie a un’invasione, il vantaggio però è prontamente rintuzzato. Balaso tiene viva un’azione, è il solito Herrera a sparare fuori. Simon sbaglia una battuta, fin lì non è in serata, Russo piazza il muro chiave e Romanò offre il break di vantaggio e lo difende con puntualità. Giannelli coinvolge poco Lavia, mentre Lopez ritrova continuità. Sale l’incidenza di Simon e l’ingresso del secondo palleggiatore porta il break importante, con due muri, di Russo e Lavia. Michieletto e Romanò non sbagliano palle delicate. Gli scambi sono di altissimo livello, è Herrera ad annullare il secondo setpoint ma poi sparacchia fuori una palla non impossibile, è la svolta. Questo terzo set è l’emblema di Cuba, grande esplosività ed errori gratuiti.
Azzurra parte male nel quarto, recupera con Anzani in battuta, è entrato per Galassi e firma punti pesanti.
L’invasione di Goide e un fallo di piede danno il 15-12, un attacco sbagliato da Lavia però rimette il set in equilibrio. E’ Lopez a mancare l’ultima, possibile parità.
L’altro strappo è a muro, di Giannelli e Anzani, che poi azzecca il +4. L’appoggio sbagliato da Herrera agevola il cammino verso i quarti. Il muro di Russo leva gli ultimi dubbi.
Italia superiore a muro e favorita dai 44 errori commessi da Cuba, contro 28, a vanificare la sua superiorità in ricezione. Troppi errori al servizio per entrambe le squadre.
Nel quarto di mercoledì, probabilmente con la Francia campione olimpica, servirà ancora di più, anche soltanto per portare la partita al tiebreak.
L’analisi di De Giorgi. “Cuba ha giocato una partita intensa, noi ad un certo punto nel secondo set non ne abbiamo avuta tanta, ma l’importante è esser riusciti a metterci lì, di fronte a un avversario di tutto rispetto, riuscendo a fare le cose meglio. Avanzando, le partite saranno un po’ nervosette, abbiamo migliorato alcuni aspetti”.
Italia da 7, passata fra notevoli rischi.