Serve stile, anche nei complimenti. Con le donne, poi, è tutto più difficile. La richiesta di amicizia viene già considerata un problema, il chiedere mail e numero idem, il presentarsi come freelance, collega, o come interessato a un contatto futuro, per intervista, viene visto con sospetto.
Chi poi arriva a un media grazie a una parentela, a una segnalazione parte in maniera innaturale e mantiene quest’aurea di inavvicinabilità.
Una collega, non so se pubblicista, l’anno scorso ha debuttato in tv, mi ha rifiutato intervista per il sito, chiedendomi di parlare con chi era conduttore della trasmissione.
La vedo in mixed zone, la saluto, mi presento, le faccio i complimenti, lei stoppa tutto subito, deve messaggiare al telefonino o prendere appunti. E’ una nipote d’arte, di un personaggio calcistico.
Accetta l’amicizia, le scrivo subito in bacheca dicendole che vorrei ospitarla sul mio sito, l’amicizia è subito levata.
Proprio la superiorità di chi neanche si informa sulle persone, sul curriculum, nulla. Semplicemente non ha bisogno di me per fare strada.
Il freelance dà fastidio, suscita invidia, gelosia, non è ben visto dalle società sportive, dai colleghi redattori, è temuto dai personaggi. Meglio magari chi fa un altro mestiere. E comunque io non rifiuterei mai interviste, a colleghi grandi, piccoli, importanti, di siti, nulla.
Ma oggi c’è chi si inventa giornalista a 30 anni ed è snobista.