La serie A della Spal arriva al 93’, grazie al gol di Ceravolo per il Benevento. Perde a Terni per 2-1, stessa sconfitta anche per il Frosinone e allora è festa. Alla squadra di Ferrara bastava vincere oppure cogliere lo stesso risultato dei ciociari, per salire con una giornata di anticipo, mantenendo i 4 punti di margine sulla terza. Anche il Verona è molto vicino al traguardo, complice il pareggio raggiunto nel finale con il Carpi, mentre il Frosinone dovrebbe essere rimandato ai playoff. Colpa pure del successo del Cittadella, che condanna il Vicenza alla Lega Pro.
Il salto triplo della Spal è l’11° passaggio dalla Lega Pro alla serie A. Due anni fa lo compì proprio il Frosinone, prima ancora il Cesena (con salvezza) e il Novara. A inizio millennio il Modena di De Biasi, salvo in A, ma andando agli anni ’80 il Como di Pippo Marchioro. La vera impresa è poi evitare il ritorno in B.
L’impresa della Spal è sembrata possibile dall’inizio, per il gioco, per non tanto per i punti, perchè l’avvio fu da centroclassifica. Alla 12^, nonostante il 3-0 all’Avellino Ferrara era appena settima, alla pari con l’altra matricola, il Benevento. All’epoca si era più stregati dagli stregoni, spinti dal Santa Colomba e da un grande budget. La rosa più costosa è del Verona, la Spal ha soltanto il 18° monte ingaggi del campionato, di 3,3 milioni, 1,4 in meno del Pisa e 1,1 meno del Latina, già retrocesse. Il marchio Vetroresina ha 50 milioni di fatturato, neanche poi tantissimi, per il grande calcio. “Disponiamo di due stabilimenti – spiega Simone Colombarini, figlio del patron Francesco -, con 130 dipendenti. All’estero, siamo in Brasile e negli Usa, con altri 40 operai”.
L’intera stagione è costata 7 milioni, meno della metà, per esempio, rispetto a quella del Venezia, neopromosso in B. Lo spallino più pagato è Antenucci, rientrato dall’Inghilterra e gratificato di 200mila euro netti. Contro i 200mila lordi dei migliori giocatori delle Zebre, la franchigia federale del rugby a Parma, per restare in zona. E in Emilia c’è tanto grande calcio: il Bologna di Joey Saputo, fra le 300 famiglie più ricche al mondo, dal Canada; il Sassuolo alla 4^ salvezza in sequenza, con la Mapei. Il Carpi di Gaudì va probabilmente ai playoff, spinge per risalire il Parma, con la Barilla e presto un 30% dei cinesi. La regione è ricca di calcio e produttività, ma povera di impianti. Il Carpi per la A è dovuto emigrare a Modena, la Spal dovrebbe restare nella città dei duchi di Este, ma avrebbe bisogno di uno stadio più moderno. Il Paolo Mazza salirà dagli 8500 ai 12mila posti, pochi, per una città di 132mila abitanti e per una provincia di 359mila. La serie A venne persa nel ’67-’68, ad agosto i biancazzurri saranno al via per la 17^ volta, più 5 massimi campionati negli anni 20. Erano una provinciale di lusso, che nella serie A a girone unico debuttò nel 1951, per conquistare 3 salvezze in fila e, dopo un ripescaggio, altre 5 permanenze in sequenza. Tornarono in B nel ’64, risalirono subito e si salvarono altre due volte, per un totale di 10, nel dopoguerra: tante, per una terra ampia ma non popolatissima.
I miti restano Fabio Capello, Edoardo Reja e l’argentino Oscar Massei. L’ultimo nazionale era stato 52 anni fa, Fontanesi, adesso il terzo portiere è Alex Meret, in prestito dall’Udinese ma confermabile. Come il difensore Kevin Bonifazi, che il Torino potrebbe lasciare perchè debutti in A da titolare. Nella storia recente, i fallimenti del 2005 e la ripartenza dalla C2 grazie al lodo Petrucci. Ma un presidente bizzarro, Butelli, maratoneta e specializzato in fotovoltaico, avviò al fallimento del luglio 2013. Lì servì la fusione con la Giacomense, la società di Masi San Giacomo, dei Colombarini, in C2. Il 6° posto garantì l’approdo in Lega Pro, il 4° venne marchiato da Leonardo Semplici, poi la promozione della scorsa stagione, accompagnata dalla Supercoppa. Il mister resta, come il ds Vignati, che l’ha scelto. E in piazza Savonarola il coro più gettonato é: “E l’anno prossimo giochiamo all’Olimpico”
Vanni Zagnoli