di Vanni Zagnoli
Il Sassuolo come categoria dello spirito. Già, fa un po’ sorridere, no? Il Sassuolo al preliminare di Europa league, è come se ci fosse arrivata la Cisco Roma, ex Lodigiani, oggi magari una Lupa Castelli. Quel paese di 40mila abitanti nel comprensorio emiliano delle ceramiche si affaccia in coppa, emoziona per la storia. E’ il paese più piccolo del nostro calcio ad assaporare questo traguardo, dietro soltanto al Chievo, espressione del quartiere di 8mila abitanti ma pure di Verona. Il Sassuolo con le sue frazioni, Braida (non il ds Ariedo, che pure è stato spesso a Reggio) e le altre, il Sassuolo con le società sportive della zona. Il Sassuolo zeppo di brava gente, capeggiata dal team manager Remo Morini, capelli e baffi bianchi, canterino alle feste e per una vita alla guida di un’agenzia di pratiche auto. Remo è il responsabile dei rapporti con i tifosi, è stato responsabile delle relazioni esterne, intese poi con la gente, perchè andava in piazza a raccontava qualche segreto, adesso fa più attenzione, perchè il tutto è coordinato dall’ad Giovanni Carnevali.
E’ mister Mastergroup, ovvero la miglior espressione del marketing sportivo in Italia, dal Bari alla Lega volley femminile, con le hostess più avvenenti d’Europa e la seconda miglior ospitality d’Italia, dietro allo Juve stadium. Tutto questo patrimonio di immagine e pragmatismo, del patron Squinzi e della moglie Adriana Spazzoli, del ds Guido Angelozzi e di Eusebio Di Francesco, ha raggiunto in treno la Svizzera. A Lucerna basta l’1-1, al Mapei poi in tal caso sarebbe sufficiente lo 0-0. Lo scriviamo apposta per far arrabbiare Di
Francesco, uno che non sa difendere, inteso come categoria dello spirito. La passività non fa parte del suo essere, mai, ma a difendere ha imparato eccome, il Sassuolo ha equilibrio da vendere. Anzi, ha venduto, in realtà solo il croato Vrsaljko all’Atletico Madrid.
Ha tenuto Berardi, più opzionato dalla Juve, magari passato in orbita
interista, in attesa di debuttare in nazionale, con Ventura.
Ci sono tutti, a parte qualche infortunato, ma non è il problema di chi c’è e non c’è, manca solo un bomber. Neanche li citiamo, perchè nessuno è centravanti vero, di livello mondiale. Con un Radamel Falcao, il Sassuolo sarebbe da semifinale, così punta agli ottavi, via, li vale. Aspettiamo gli eusebismi, ovvero stasera (19,45, Skysport) Magnanelli porta il pressing alto e imposta, in attesa magari di lasciare il posto a Sensi, eccellente regista, al debutto in B con il Cesena. Ci saranno magari 200 tifosi, alcuni a petto nudo, come intonano in coro. Viene in mente 8 anni fa, quando il Sassuolo si affacciava in B, erano i giocatori ad andare alle feste di compleanno dei tifosi, ad allietare il paese. Lo spirito è lo stesso, Sassuolo brava gente, la faccia pulita del mondo del calcio, di un’Emilia operosa e calda, di gente che vuole vincere attraverso il gioco, dare spettacolo sul campo, mai negli atteggiamenti. Nessun divismo, Difra non lo
permette. Eusebio sembra il Portogallo campione d’Europa, anzi il Portogallo di Eusebio, semifinalista mondiale nel 1958, i neroverdi piacciono, sono la seconda squadra ideale per grandi e piccini. Non importa cos’ha detto adesso Di Francesco, non cos’ha detto ieri Paolo Cannavaro. Importa la fiaba, l’essere Sassuolo, la categoria dello spirito, l’emozione grande, la possibilità di arrivare ai gironi di Europa league. Il Lucerna è più debole, di sicuro, almeno nello spirito.
A cura di Francesco Delendati