Il Messaggero, basket. La resurrezione di Alessandro Gentile: “Che bello tornare in nazionale e giocare con mio fratello. Mi manca l’Europa, ma è basketcity è tornata. Il nuovo ct fa giocare comodi. Simpatizzo per il Napoli, andai al San Paolo in serie C”

(immagini.quotidiano.net)

L’integralità dell’intervista ad Alessandro Gentile, uscita giovedì su Il Messaggero.

Gentile è il ritorno dell’anno, nella pallacanestro. A Varese segna 32 punti, è l’high career in serie A, con giocate decisive anche nel supplementare. Era capitano dell’Olimpia, lo scorso autunno si era perso, fatto cedere da Repesa al Panathinaikos e poi in Israele. All’Hapoel Gerusalemme vinse lo scudetto con Pianigiani, saltando le fasi chiave anche per la perdita del nonno. L’ex ct ne ha avallato la cessione alla Virtus Bologna, dove il rendimento varrebbe di nuovo il quintetto, a Milano.
Alessandro, è la resurrezione?
“Sa che non mi piace tanto parlare di me, sono state due belle vittorie, anche con Torino. Il nostro sport è mentale, quando prendi fiducia fare canestro è più facile”.
Siete settimi con Cantù e Trento, che obiettivo stagionale ha?
“Restare aggrappati alle final 8 di coppa Italia, mancano 3 partite alla fine dell’andata, e poi i playoff”.
I Gentile sono i fratelli a più alto livello, nello sport italiano.
“Avere Stefano in squadra è molto bello. Tantopiù che in alcune partite è fondamentale: nel ritorno al successo contro la Fiat, dopo 5 sconfitte in 6 gare, e con gli 8 assist di martedì”.
In campo entrambi per 37’, come il capitano azzurro Aradori. La Virtus ha il quintetto più italiano e con il maggiore minutaggio.
“Qui abbiamo una grande opportunità. Anche con Baldi Rossi ci conosciamo da molto tempo, dalle nazionali giovanili”.
E’ tornata basketcity, con la promozione e il budget da Eurolega di Massimo Zanetti, mister Segafredo?
“Assolutamente. C’è un ambiente incredibile e anche quando andiamo sotto i tifosi ci supportano”.
La Fortitudo manca dalla serie A da 9 anni, in A2 ha già perso 4 partite. La Virtus da questa stagione ha lasciato il PalaMalaguti, com’è la convivenza al Dozza?
“Conosco tanti ragazzi che giocano nell’altra Bologna, il rapporto è ottimo. Con la tifoseria non abbiamo mai avuto a che fare, fra l’altro io sono cresciuto nelle giovanili della Virtus”.
Meo Sacchetti è ripartito da lei, in nazionale…
“Il ritorno è stato bello, fa piacere, dopo quasi un anno e mezzo e l’Europeo saltato”.
Con Pianigiani arrivò 8° e 5°, agli Europei, mancando i mondiali. Con Messina perse la qualificazione a Rio: il nuovo ct cosa dà?
“Ha vinto tanto, da giocatore e in panchina. Conosce bene le dinamiche della pallacanestro, offre grande fiducia, permettendoci di giocare comodi, questo è il valore aggiunto”.
Otto club italiani sono nelle coppe. A lei mancano?
“Un po’ sì, onestamente. E’ il primo anno che non le gioco, dopo tanta Eurolega”.
Milano è terzultima, con 4 vittorie in 14 gare. E’ a 8 punti dalla qualificazione, può ancora passare?
“Mi auguro che rientri fra le 8, per il movimento italiano. Ha perso varie partite per pochi episodi, con le migliori d’Europa”.
Tre anni fa venne scelto da Minnesota, che incassò un milione e mezzo vendendo i suoi diritti a Houston. A 25 anni, è finalmente da Nba?
“Penso alla playstation, in questo momento (sorride). Vediamo in futuro”.
Papà Nando vinse lo scudetto del ’91 con Caserta e la portò in finale di coppa delle Coppe. In estate di nuovo non si è iscritta alla A.
“E’ un grande peccato, conosco la passione della mia terra, spero che la Juve torni nella pallacanestro”.
Il Bologna spera nell’Europa, 18 anni dopo l’ultima Uefa. Gentile tifa?
“Non sono un fanatico del calcio. Con Donadoni disputa un’ottima stagione, fa piacere. Simpatizzo per il Napoli, per le mie origini: andai al San Paolo poche volte, in serie C”.
Vanni Zagnoli

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