Tre domande di Giovanni Nicotera a Max Menetti ospite di Basket time.
@giova69: Desiderio, disciplina e determinazione quanto contano nel basket?
Menetti: Sono una delle tre cose che dico sempre ai miei giocatori. Noi abbiamo bisogno di disciplina, scegliamo i giocatori in base alla loro predisposizione mentale; credetemi che Amedeo (Della Valle) ed Achille (Polonara) non sono l’emblema dei disciplinati pero’, e spero di non fare troppi complimenti ai giocatori, siamo stati bravi a trasmettergliela. L’esperienza dell’anno scorso e dell’europeo gli ha fatto capire che il loro modo di esprimersi passa attraverso dei paletti che devono inserire assolutamente nel loro gioco. Parlo in particolare della fisicità difensiva di Achille ed Amedeo e della concentrazione di entrambi; se sono presenti queste caratteristiche unite al loro estro e potenzialità diventano giocatori di alto livello europeo. Quest’anno vogliamo fare bene in Eurocup per dare una proiezione internazionale ai nostri giocatori.
@giova69: Sei sposato con una donna argentina, quanto ti ha aiutato questo aspetto a comprendere culture diverse ed a facilitare l’integrazione dei giocatori stranieri nella squadra?
Menetti: Di sicuro avere al fianco una donna come mia moglie aiuta molto, questo a prescindere che sia una sportiva ed abbia vissuto prima di diventare mamma, quello che vuol dire il mio mestiere. Se non conosci questo ambiente è difficile stare a fianco di un allenatore di questo livello. Il fatto di avere una moglie argentina ti può far capire che nelle usanze e nelle culture non è semplice l’integrazione, al di la che quella argentina ed italiana sono molto simili, con due flussi migratori in entrambe le direzioni. Ci sono tanti argentini in Italia e viceversa.
@giova69: Quanto è difficile essere profeti in patria?
Menetti: Il profeta in patria non l’ho mai vissuto come un problema, ho sempre pensato che fosse un gran vantaggio conoscere bene la mia citta e quello che mi aspetta nei momenti negativi; lavorare a Reggio ritengo sia un grande vantaggio per il fatto di avere al mio fianco tanti amici che mi possono frequentare soprattutto nei momenti duri; quindi credo che il profeta in patria sia difficile ma ho avuto grandi agevolazioni da questa cosa.
A cura di Giovanni Nicotera