Vanni Zagnoli
Piccola vicenda significativa di come va il mondo nel 2015.
Dunque, una famiglia reggiana è proprietaria, tramite un’anziana signora, di un capannone. A settembre si presenta un imprenditore fermo da mesi perchè interessato all’affitto. “Appena inizio a lavorare, non ci sono problemi, di pagamento, mi interessa”.
Bene, a fatica i proprietari ottengono un precontratto, 1500 euro di caparra anticipo per i primi tre mesi. Entro il 20 dicembre, l’impegno a sottoscrivere il contratto, altrimenti appunto trattengono la caparra.
Il locatario ancora non lavora, lascia in quel capannone attrezzature che non usa ma che gli possono essere utili. Chiede di aspettare, continua a restare dentro gratis. Dall’inizio i patti sono chiari: se capita un’offerta irrinunciabile, anche a contratto in corso, per favore si chiede di uscire dal contratto. Dal 20 dicembre, il contratto non esiste. al preliminare non è stato dato seguito e quella persona in affitto resta dentro per grazia ricevuta, grazie alla sensibilità della famiglia proprietaria.
Venerdì arriva un’offerta concreta, un’imprenditore avviato, da 35 anni in attività, è interessato a quella struttura. Chi è dentro viene avvisato. “Martedì l’incontro decisivo, le faremo sapere, ma ovviamente non abbiamo vincoli con lui”.
Martedì sera appunto l’incontro in agenzia immobiliare, si trova un accordo di massima. Chi è dentro gratis viene avvisato, chiede 24 ore. L’indomani l’imprenditore interessato all’immobile chiede se il contratto si può perfezionare, i proprietari sentono chi c’è dentro, che naturalmente non risponde. Avvisano per mail, per sms di avere trovato l’accordo con un’altra azienda, nessun riscontro. Chiedono, come da accordi verbali, da buon senso di liberare al più presto lo stabile, almeno entro il 15 aprile.
Chi è dentro gratis risponde al telefono in tarda serata: “Avete finito di rompere i coglioni?”. Come? Anzi, la coppia di reggiani era andata in loco per dare un’occhiata allo stato dell’immobile, per vedere quanta roba fosse stivata dentro. Impossibile entrare, la serratura è cambiata, la chiave non gira. Quel re dei tentenna che è dentro gratuitamente da tre mesi risponde così: “Avevo paura che deste fuoco alla mie merce. E ho le prove che per almeno due volte siete entrati senza avvisarmi”.
Oggi i proprietari si rivolgeranno ai carabinieri per avere ripristinata la serratura e riconsegnata la chiave, chiederanno lo sfratto tramite un legale. Chi è dentro non capisce che in 15 giorni ha tutto il tempo per uscire e fare trasloco, trovare un’altra sistemazione per la merce.
Morale. Meglio non fare favori a nessuno, tantomeno in tempi di crisi. Perchè viene ospitato in maniera gratuita, aiutato nell’attesa di iniziare a lavorare, pretende di restare anche senza contratto, accampa chissà quali diritti morali e materiali: “Ho ripulito, ho sistemato tutto, adesso era perfetto. Non si trattano così le persone, non ci sto a essere trattato come un bamboccio”.
In realtà chi è stato fatto fesso era il proprietario dell’immobile, che ha avuto troppa fiducia. Il contratto non è mai stato redatto, il precontratto ha aspettato la firma per 2 mesi, in autunno. Insomma, meglio davvero tenere vuoto un immobile piuttosto che omaggiarlo o quasi. Perchè 1500 euro su un totale di 6 mesi è un omaggio. Meglio non portarsi rogne. Molto meglio.