Media. Le opportunità non arrivano per caso, le carriere, le chiamate, la valorizzazione

vanni zagnoli con mircea lucescu

di Vanni Zagnoli

Chiudo le dissertazioni sui massimi sistemi, sempre in risposta a luoghi comuni e a colloqui con quell’ex collaboratore polemico e polemista, che sostiene in pratica che nelle grandi testate si arriva senza meriti, solo per contatti, per politica, per tutto fuorchè professionalità.

Non è vero, per lo meno lo è solo in parte. Arrivare a una grande testata, soprattutto in video, significa avere qualità, bucare il video, avere una bella voce, una bella presenza, trasmettere emozioni, saper raccontare, fare scelte razionali, selezionare al massimo le notizie e tutto. Chi diventa personaggio televisivo non lo fa per caso, c’è tutto un bagaglio di esperienze e di contatti, ci sono giornalisti, editori, redazioni, incide tutto ma nulla è casuale.

Di base serve grande reattività, saper gestire la diretta, alimentare la discussione oppure controllarla, spegnerla, evitare gli eccessi, andare in onda anche per ore senza soluzione di continuità, forti di una cultura che è di supporto, di cui si può fare sfoggio nei momenti morti, ma il passato non deve coprire il presente, l’attualità.

Insomma c’è tutto un bagaglio professionale che fa sì che si diventi direttori non per caso, vicedirettori idem, capiredattori e capiservizio, eccetera.

Serve pazienza, abilità nel cucire i rapporti, nel portare contributi alla discussione, alla testata, alla redazione, ma senza esagerare nei personalismi, nell’egocentrismo. Perchè è un attimo finire fuori da un certo tipo di circuito.

E allora chi è fuori ha l’abitudine di criticare perchè vorrebbe essere entro, non è sereno, non è professionale e intellettualmente onesto nella critica.

 

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