Matteo Giunta

Matteo Giunta con Federica Pellegrini (repubblica.it)

Vanni Zagnoli
Da ieri, Federica Pellegrini è davvero in vacanza. E’ stata a Roma, alla manifestazione benefica, e poi in Olanda, per la coppa del mondo. Seconda sui 200, sempre alle spalle di Sarah Sjostrom. Riprenderà non prima di metà settembre.
Matteo Giunta, intanto un passo indietro. Come ha festeggiato i 29 anni, il 5 agosto?
“In giro per il mondo, a gareggiare. E’ il periodo che fra Europei, mondiali e olimpiadi è sempre stato connotato così. E poi con l’affetto dei compagni di nazionale, insomma l’ha vissuto bene”.
Sembrava si dovesse ritirare con l’oro al collo, invece ha continuato a gareggiare. Mosca, Roma, Eindhoven…
“Due tappe di world cup e in mezzo il meeting benefico. L’avrei lasciata andare prima in vacanza, ma è molto richiesta e ha convinto anche nelle ultime uscite”.
Farà veramente solo i 100, in futuro?
“Devo ancora parlargliene. Certamente la attende un anno di recupero, con allenamenti diversi, alternativi. Se davvero punta a Tokyo 2020, bisogna respirare: è dal 2012 che spinge al massimo”.
Con l’ex coach Philippe Lucas vi sentite ancora?
“Ogni tanto sì, i complimenti sono reciproci. Ci si chiede come vadano i nostri atleti, è nato un rapporto di amicizia”.
Suo cugino Filippo Magnini si ritira?
“Bisognerebbe porre la domanda a lui, ancora non ha parlato, non so cosa voglia fare”.
Ecco, Lucas, Magno: non dicono a Federica che non ha senso nuotare i 100 anzichè i 200?
“E’ un terreno inesplorato. E’ difficile prima di percorrere la strada sapere dove porta, certamente è complicata a priori”.
Considerato l’exploit di Mosca, sui 400, perchè li aveva lasciati?
“Vedete, il nuoto è un sport molto duro, i sacrifici vengono di conseguenza. Chi ha vinto tutto, prima del 2012, può scegliere la strada da percorrere. Si fosse allenata per i 400, probabilmente avrebbe ottenuto qualcosa in più, ma puntato sui 200 e continuato a vincere”
A parte il compianto Castagnetti, è il tecnico che la segue da più tempo?
“Sì, ormai sono 5 anni”.
Perchè l’oro mondiale in vasca lunga ha fatto commuovere anche il preparatore?
“Portavo ancora i segni del 4° posto di Rio de Janeiro. Aveva lavorato molto bene, raccolto l’Europeo in corta e in lunga, la medaglia era sfumata per pochi centesimi. Ci siamo rimessi sotto con gli allenamenti, Fede è stata ancora più determinata di prima. L’obiettivo era il podio, l’oro ha procurato emozioni molto forti, in tutti”.
Come cambieranno i carichi di lavoro?
“Abbiamo bisogno di un periodo di vacanza, adesso, un bel mese. A settembre stileremo il programma, da condividere con la federazione. La prima parte di stagione sarà senza obiettivi, da gennaio vediamo come impostare le sedute. Gli Europei non sono un appuntamento primario, si valuterà mese dopo mese. Decideremo insieme”.
Federica ha lasciato veramente Magnini?
“Come ho sempre detto, dovete fare questa domanda a loro, io mi occupo della parte sportiva. Non ho avuto voglia di entrare nelle vite private, se continuare o meno. Leggo i giornali”.
Sarà mica lei il nuovo fidanzato…
“Sono supposizioni, dei giornalisti che non sanno che pesci pigliare. Uscì nel 2012-13, quest’anno è tornato, non mi tocca”.
Come riprenderete l’attività?
“Fra un mese. Pausa a Natale, si riprende a gennaio e diritto sino a fine luglio. Sono stato, naturalmente, anche a Sierra Nevada”.
Qual è il segreto della longevità della divina?
“La costanza. Allenarsi ogni giorno nel migliore dei modi, il più possibile”.
Chi c’è in acqua con voi?
“Il ranista veronese Luca Pizzini, che era ai mondiali, e la dorsista Carlotta Zofkova, che andrà alle universiadi. Siamo al centro federale di Verona”.
Con l’oro di Budapest è la sportiva italiana più grande di ogni tempo?
“Io sono di parte, dal momento che la alleno, ma in tutta franchezza penso di sì. Lo era anche prima, ma rivincere l’oro 6 anni dopo, a 29, tantopiù contro Katie Ledecky, può bastare a fugare qualche eventuale dubbio”.
E’ la migliore anche nella storia del nuoto?
“Italiano sicuramente, a livello mondiale no. Alcune atlete si sono aggiudicate varie medaglie con le staffette, ma quelle non fanno testo. A livello maschile magari è più facile resistere ad alti livelli, i 200 hanno conosciuto una evoluzione incredibile, per la qualità di atleti. Ogni 4 anni, aumenta la concorrenza”.
Non ha pensato di ritirarsi completamente?
“Di più l’anno scorso, dopo Rio. A Tokyo dovrebbe arrivarci veramente”.
Lascerà a 32 anni, dunque?
“Di certo non c’è niente. La 5^ olimpiade è uno degli obiettivi che ha in testa. E’ una ragazza, a 29 anni mantiene la determinazione nel nuoto. Le donne in genere pensano prima al dopo nuoto, a crearsi una famiglia”.
Com’è arrivato a guidare Federica?
“Dal 2009 al ’12 ho lavorato con Filippo. Lei ha cambiato dopo Londra. L’aveva seguita Claudio Rossetto. I primi due anni sono stati in compartecipazione con Lucas, dal 2014 sono da solo”.
E come fa a mantenere la sua fiducia, anche dopo il podio mancato, in Brasile?
“Il fattore principale è la reciproca fiducia, condicio sine qua non. Tutto è più facile, con i risultati. Da Kazan, argento nel 2015, la fiducia è totale. Speravo potesse migliorarsi, raggiungere grandi risultati, è avvenuto. E’ un percorso fantastico, un piacere lavorare con lei, difficile trovare una campionessa così”.
A Rio è stato davvero determinante il ciclo malcolato?
“Quest’anno l’abbiamo controllato, è andato tutto meglio. Non so se sia stato determinante, in quel decimo di differenza fra il quarto posto e la medaglia. Fosse arrivato il podio, probabilmente neanche avremmo avvicinato quest’oro mondiale”.

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