L’integralità dell’intervista a Marco Osio, uscita due anni fa, su Gazzetta di Parma, per celebrare il suo mezzo secolo. Omaggio a un grande, amico.
Vanni Zagnoli
Oggi compie 50 anni Marco Osio, il “sindaco” di Parma, uno dei giocatori più amati dai tifosi crociati, per quelle 6 fantastiche stagioni, dall’87 al ’93. Marco è marchigiano, è rimasto a vivere a Parma. “Vicino allo stadio Tardini, dalle parti di via Sidoli”.
E’ vero che suo fratello era più forte?
“Si dice spesso così, quando uno arriva e l’altro no. Rolando ha 5 anni più di me, giocò nell’Anconitana, era in effetti un gran centrocampista, adesso ha un hotel sulla riviera del Conero”.
E suo figlio Edoardo?
“Sino alla scorsa stagione era al Fiorenzuola, in serie D, ma con la squadra juniores. Ha smesso in estate, i 19 anni sono un’età balorda: è un centrocampista, anche bravo, speriamo che riprenda presto, almeno fra amici, perchè in Promozione si può divertire. In precedenza era stato al Mantova, non ho insistito perchè proseguisse”.
Come festeggia?
“Con pochi amici, a cena, niente ex compagni. Biagio Antonacci? Non lo sento da un po’…”
Il ricordo più bello in gialloblù?
“Non ce n’è uno in particolare, sono stati tre anni in serie B e altrettanti in A ricchi di emozioni e risultati. Strepitosi”.
Il Parma è ripartito con Gigi Apolloni in panchina, Lorenzo Minotti dt e Nevio Scala presidente.
“Stanno facendo un lavoro eccezionale, non avevo dubbi, dal momento che si sono riuniti gli industriali parmensi. Non è mai facile vincere, ma con un potenziale così sicuramente sei avvantaggiato. Sono partiti all’ultimo momento, ma con una squadra molto competitiva, per la categoria. Sono venuto allo stadio per la gara con il Forlì e poi con il Romagnacentro”.
Chi è l’Osio del Parma di oggi?
“Non esiste… Mi piace molto Corapi, di categoria superiore, seppur piccolo si fa sentire: ha qualità, dinamismo e segna; è un centrocampista moderno, un lusso per la serie D. Melandri, inoltre, potrebbe essere il funambolo che spezza sempre il ritmo e le difese”.
Nel calcio mondiale chi le somiglia?
“Nessuno, sono unico (sorride). Non è facile trovare un centrocampista come me, ero un po’ naif, senza ruolo. Gli equilibri del Parma di Scala erano talmente belli che mi permettevano di svariare, partendo dalla destra. Mi dicono che sia stato il primo finto nueve, ero indisciplinato, la scheggia impazzita: mandavo in difficoltà gli avversari, spesso però anche i compagni, che pure mi coprivano, in particolare Grun”.
Il suo gol più bello?
“In Catanzaro-Parma, su angolo di Pizzi, nell’anno della promozione. E poi in semirovesciata, contro la Roma, in A. Il più importante fu il 2-0 con la Juve, nel ’92, perchè ci offrì la certezza della coppa Italia, al Tardini”.
Fa ancora pazzie, tipo quelle con Tino Asprilla?
“Mi sono calmato molto, sto invecchiando. Vediamo domani se torno bambino, almeno per un po’. Mi sono divertito molto”.
La bilancia cosa dice?
“Va abbastanza bene. Le feste sono state deleterie un po’ per tutti, in particolare con i dolci. A Parma poi abbiamo il nostro galleggiante in brodo… Diciamo che mi sono mantenuto, ho attraversato periodi peggiori. Sono sui 90. E poi sono alto…”.
Uno e 81, in realtà. Chiuse la carriera con i Crociati Parma, da allenatore iniziò nel Brescello, come vice di Cadregari. L’ultima esperienza è stata a Rimini.
“Adesso sono a spasso, si fa sempre più fatica, perchè a parte la serie A e la B subentrano altri interessi e non c’è programmazione. La meritocrazia incide poco: ho vinto un campionato, mi sono salvato con squadre non all’altezza, sono retrocesso e ho subito esoneri come altri. Persino Mourinho viene licenziato…”.
L’ex tecnico del Modena Mauro Melotti sostiene che vari allenatori in Lega Pro segnalano sponsor…
“Se ne vocifera da tempo, ma non ho certezze. In fondo non sono presente al momento dei contatti, nè dei contratti”.