Zagnoli fa il suo mestiere, pone domande, a volte scomode, e’ nell’indole del giornalista, e Sannino sbotta in sala stampa, dopo la sconfitta con il Bologna.
Io credo che costringere gli allenatori ad andare in conferenza stampa subito dopo una partita sia una tortura e una stortura disumana: troppa adrenalina accumulata nella gara per poter essere lucidi e rispondere a tutti con garbo e con misura come si dovrebbe fare.
Detto questo Sannino ha ragione quando dice che c’è prevenzione, ma io non la chiamerei prevenzione, altrimenti la vittoria con il Torino, all’indomani dell’esonero di Castori non sarebbe stata festeggiata, io direi che c’e’ affezione .
Affezione nei confronti del tecnico ingiustamente esonerato, c’è riconoscenza da parte del pubblico, al contrario di quello che ha avuto la società, e al limite c’è, da parte dei tifosi , spirito polemico, verso chi in qualche modo ha contribuito ad usurpare il posto che era del loro idolo Castori.
Sannino in tutto questo non ha colpa, e’ un professionista serio, e’ venuto a fare il suo mestiere, e cerca di farlo nel migliore dei modi, ma evidentemente non poteva non sapere che il suo compito, già di per se complicato, sarebbe stato reso ancora più complicato dal fantasma del tecnico di Tolentino amato e ben voluto da tutti.
Ecco perché Sannino ha pure torto, non serve incavolarsi con i giornalisti, non serve gridare ai preconcetti, servono punti, quelli che non aveva fatto Castori, e lui è stato chiamato per questo, ovvio che se riesce sarà gratificato e la gente lo idolatrerà come ha fatto per Castori, ovvio che se raccoglierà pochi punti sarà sbeffeggiato, e, anzi, sarà rincorso sempre dal fantasma del suo predecessore che magari potrebbe pure essere richiamato.
Questo e’ il calcio, lo sa bene Malesani che nella vicina Sassuolo pago’ a caro prezzo cinque partite senza punti ma soprattutto dovette lavorare con l’ombra di Di Francesco, esonerato e poi richiamato.
Sannino sapeva benissimo a cosa andava incontro, non deve lamentarsi, deve fare punti, e la prevenzione passerà .
di Vanni Puzzolo