(v.zagn.) Lorenzetto, il re delle paginate, su Il Giornale. Quasi un migliaio di interviste uscite a tutta pagina sul quotidiano milanese. E’ stato vicedirettore, a lungo. E’ veronese, ex Arena. Costume, società. Il ritratto è in copertina.
Massimo Gandolfini con Stefano Lorenzetto
L’Italia del Family day
Dialogo sulla deriva etica con il leader
del comitato Difendiamo i nostri figli
Ha nelle vene un po’ del sangue di don Enrico Tazzoli, il più
famoso dei cinque martiri di Belfiore. Da giovane scelse
l’«opzione privilegiata per i poveri». Militava nei Cristiani per il
socialismo e professava la teologia della liberazione. Aveva i
suoi riferimenti spirituali e politici in Giulio Girardi, Ernesto
Balducci e Giovanni Franzoni.
Votava Psi e leggeva «Com Nuovi Tempi». Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Brigate rosse o in Prima linea.
La svolta avvenne il 14 maggio 1977, quando a Milano partecipò al corteo di protesta in cui il poliziotto Antonio Custra,
25 anni, fu ucciso con una rivoltellata da un manifestante che
aveva il volto coperto da un passamontagna. Davanti al sangue
che scorreva sull’asfalto, lo studente universitario prossimo alla
laurea cominciò a diventare l’uomo che è oggi. Eppure lo
descrivono come sanfedista, oscurantista, omofobo, retrogrado,
reazionario.
Ma chi è in realtà, che cosa vuole e fin dove è
disposto ad arrivare Massimo Gandolfini, il presidente del
comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all’improvviso
all’orizzonte dell’Italia con il Family day? E perché ha sfidato il
premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà
un partito? Neurochirurgo specializzato in psichiatria, direttore
del Dipartimento di neuroscienze per la chirurgia testa-collo
nell’ospedale Poliambulanza di Brescia, consultore vaticano per
l’esame dei miracoli che hanno portato sugli altari Madre Teresa
di Calcutta, Giovanni Paolo II, Elisabetta della Trinità e Charles
de Foucauld, il professor Gandolfini ha cambiato vita dopo
l’incontro con Francisco Argüello, detto Kiko, lo spagnolo
fondatore del Cammino neocatecumenale. In questo libro dice la
sua sulla deriva etica che l’ha costretto a portare in piazza oltre
1 milione di italiani: unioni civili, utero in affitto, adozioni gay,
omosessualismo, teorie gender. E racconta per la prima volta di
sé e dei sette figli che ha adottato perché non poteva averne di
suoi, tre dei quali sarebbero morti se Gandolfini e la moglie,
medico come lui, non li avessero accolti e curati con la loro
scienza in una casa che è a un tempo famiglia e ospedale.
234 pagine.
Massimo Gandolfini (Roma, 1951) è medico
chirurgo, specialista in neurochirurgia e
psichiatria.Nel 1978 è stato fra i primi medici
a dichiarare l’obiezione di coscienza rispetto
alla legge 194 sull’interruzione volontaria di
gravidanza e nel 1981 si è impegnato
intensamente a favore del referendum
abrogativo. Presidente del comitato
Difendiamo i nostri figli, organizzatore di due
Family day, fa parte dell’Associazione medici
cattolici italiani. Coniugato con Silvia Ceriani,
compagna di liceo, di università e di laurea, è
padre adottivo di sette figli e nonno di sei
nipotini, più due in arrivo.
Stefano Lorenzetto (Verona, 1956) è
consigliere dell’editore in Marsilio. Scrive per
«Panorama», «Arbiter» e «L’Arena». È stato
vicedirettore vicario del «Giornale». Ha
firmato il suo primo articolo nel 1973, ha
collaborato con una quarantina di testate
(fra cui «Corriere della Sera» e «L’Europeo») e
ha pubblicato 17 libri. Come autore televisivo
ha realizzato Internet café per la Rai. È
entrato cinque volte nel Guinness World
Records per la più lunga serie d’interviste che
sia mai apparsa sulla stampa mondiale, un
record tuttora imbattuto.