Parma. Al Petitot è stata la serata di Roberto Beccantini, tra i giornalisti sportivi italiani più autorevoli, tifoso della Juve eppure mai tenero con i bianconeri e neanche con la dirigenza, fin da prima che scoppiasse calciopoli. E’ venuto in città a presentare “C’era una volta Camin. Lo stile e il genio di Vladimiro Caminiti”, il libro scritto con il contributo del senese Riccardo Gambelli. Al tavolo c’era Anna Maria, una delle figlie di Camin, per un terzo di secolo prima firma di Tuttosport. La signora ha 54 anni, è fotografa per diletto e persino calciatrice, per passione. Gioca nel San Giorgio in Piano (Bologna). “Con le mamme in campo, nel campionato regionale. In fondo anche papà aveva giocato a pallone. Come portiere”.
E’ per quello che Camin si soffermava in particolare sull’abbigliamento dei numeri uno, giudicandone l’aspetto, a partire per esempio dalla calzamaglia. E con Dino Zoff aveva un rapporto di odio e amore. “Al punto da chiamarlo Dino-Sauro”, ricorda Beccantini.
Padrone di casa era Ivo Dalla Bona, presidente del club Petitot, che ha preferito sedersi fra il pubblico. Come i giornalisti Gabriele Majo, che ha filmato l’intera serata per il sito stadiotardini.it, Giancarlo Ceci, già corrispondente di Tuttosport da Parma, e Mattia Fontana, collega di Beccantini a eurosport.com. In prima fila c’era anche Luca Turolla, titolare di Bradipolibri, l’editrice che ha pubblicato l’opera, acquistabile in al prezzo di 15 euro.
Alla compagnia si è aggiunto presto il giornalista televisivo Sandro Sabatini, uscito dalla diretta su Skysport24 alle 20 e arrivato al Petitot il prima possibile.
La serata è scivolata via tutta d’un fiato, condotta dal giornalista Vanni Zagnoli, che ha fatto partire tre brani di Tutto il calcio minuto per minuto, tratti dal cd della storia della popolare trasmissione radiofonica. Ha pescato fra gli annunci degli scudetti della Juve, considerato che Caminiti era stato cantore proprio dei bianconeri.
“E fu tra i primi – ricorda Beccantini -, ad andare a casa dei giocatori, per intervistarli in pantafole. Rammento in particolare una sua chiacchierata con Roberto Bettega. Poi, magari, capitava che largheggiasse un po’ nei voti, nei confronti di chi aveva visitato”.
“Camin – scrive Gianni Ranieri, già firma del ciclismo su La Stampa – era uno specialista dell’assemblaggio lessicale definito da lui medesimo “virtuosistico arabescante”.
Tra i personaggi preferiti della prima firma di Tuttosport c’era Beppe Furino. “Furia, furin, furetto”.
”Era palermitano come papà – ricorda Anna Maria Caminiti -, in effetti aveva una predilezione per i siciliani”.
Sabatini ricorda gli inizi della sua professione, il passaggio dall’agenzia di stampa Tuttocalcio, di Montecatini Terme, a Tuttosport, alla redazione di Milano. “Caminiti mi disse che avevo gli occhi cerulei, nessuno aveva mai usato quel termine, neanche sapevo cosa significasse. Non guidava e allora si appoggiava volentieri a noi giovani. Fra l’altro c’era il rituale del pranzo assieme a lui, irrinunciabile. Lo vivevamo come una costrizione, invece quelle ore ci lasciavano sempre qualcosa”.
La presentazione del libro su Caminiti è stata l’occasione per ricordare un calcio dominato dal racconto sportivo, anzichè dalle tv. “E Camin si scontrava spesso con i personaggi – ricorda Beccantini -, rifuggeva le banalità e i luoghi comuni. Avrebbe meritato una popolarità diversa”.
Dalla Bona e altri tifosi del Parma sono preoccupati soprattutto per il futuro dei crociati. Al proposito, anche Beccantini e Sabatini sono inqueti. “Dall’estero sono arrivate in Italia cordate poco credibili, ma anche serie”. “Certo – annota “Beck – i russo-ciprioti a me non lasciano tranquilli. E neanche quel Taci, fosse pure soltanto per il cognome”.
Al tavolo sono arrivati anche i saluti di vari personaggi invitati, a partire da Gian Paolo Ormezzano, già direttore di Caminiti a Tuttosport. “Non ce la faccio a essere presente – spiega la firma de La Stampa e Famiglia Cristiana -, impegni ma anche e soprattutto i quasi ottant’anni. Sono con voi, penso al grande Vladimiro: mi manca, ci mancano gli appassionati colti come lui. Un caro e grato ricordo ai suoi, a tutti voi”. Il pensiero di Tonino Raffa, da Reggio Calabria, una vita da voce di Tutto il calcio minuto per minuto. “A Caminiti ero particolarmente legato, anche per il suo essere uomo del sud”.
E poi Roberto Rosetti, designatore degli arbitri di Lega Pro, che ha mandato un saluto particolare a Beccantini. E il giornalista, di rimando: “In quanto torinese, ha avuto la fortuna di non avere mai arbitrato la Juve, evitando così possibili contestazioni. A livello internazionale dirigere la Juve è motivo di vanto, in Italia fa discutere”.
L’ex giornalista Rai Franco Costa interverrà a un’analoga presentazione che verrà calendariata a Torino, nel 2015, mentre il parmigiano Giorgio Gandolfi è stato bloccato dalle conseguenze di un piccolo incidente stradale. “Peccato – confessa -, perchè avrei voluto conoscere la figlia di Caminiti”. Era stato suo collega a Tuttosport, prima di passare a La Stampa. “Aveva fatto in tempo a essere il mio caporedattore, a Milano – rammenta Beccantini -, prima di venire a dirigere l’ufficio stampa del Parma”.
L’ex juventino Romeo Benetti vive in Liguria e saluta i presenti con un messaggio sorprendente: “Ho chiuso con i ricordi del passato. Vivo un’altra vita di interessi che non sono più sportivi. E’ una cosa meravigliosa”.
E’ stata l’occasione anche per ricordare giornalisti parmigiani scomparsi: Gianluca Bacchi Modena e Massimo Torelli, a lungo alla Gazzetta di Parma, Pino Colombi e il più giovane Francesco Saponara, tutti appassionatissimi di giornalismo sportivo d’autore. Come piaceva a Camin, come piace a Beccantini.