Questa intervista è uscita in aprile, quando ancora non avevo il sito.
Vanni Zagnoli
Dai Caraibi è tutto è un altro mondo. Eddie Irvine si divide fra le isole centramericane e la natia Irlanda. Parla un discreto italiano, risponde alle nostre domande formulate in inglese
Edmond Irvine junior, oggi cosa fa?
“Ho comprato un’isola a Bahamas, ho costruito 3 case e adesso tocca ad altre 2-3. Faccio proprio il costruttore: a Miami, Ibiza, Los Angeles e pure in Irlanda, abito anche vicino a Belfast”.
Chissà quanti investimenti…
“Il prossimo sarà un’abitazione da
30 milioni di dollari. Ne ho comprato una bellissima a Miami, già 15 anni fa. La vita è completamente diversa, su un’isola con soli i miei amici, non la voglio vendere”.
Già, se n’è proprio comprata una…
“Si chiama Katlin key, è grande un chilometro quadrato”.
E’ sposato?
“Sono sempre single, ho una figlia, Katlin, appunto, di 17 anni”.
Se Cassano ha posseduto 700 donne, lei?
“Non è importante, come argomento”.
Torniamo seri. Come ha vissuto il dramma di Michael Schumacher?
“E’ stato un disastro, sono desolato: incredibile, per la sua famiglia, conosco la moglie Corinna dall’89. Dopo tutti questi anni da primattore dello sport non è concepibile avere questo incidente a sciare”.
E’ stato suo compagno in Ferrari dal ’96 al ’99, è andato a trovarlo?
“No, non lo so fare, nel senso che mi manca il coraggio. Rifiuto di vederlo così, resto ai margini della tragedia familiare. Con Michael non ci sono mai stati problemi, quel quadriennio condiviso è sempre stato all’insegna del buon lavoro”.
In queste ore la portavoce Sabime Kehm ha rivelato segnali incoraggianti.
“La situazione resta difficile, ci vorrebbe un miracolo per vederlo tornare come prima, ci speriamo”.
Il 1° maggio sarà il ventennale della morte di Ayrton Senna, il mito scomparso a Imola.
“Sembra successo 5 anni fa, in quel weekend scomparve anche il mio amico Ratzenberg, fu mio compagno in Giappone nella formula 3000 e in sportcar. Furono due incidenti terribili, rammento anche altre tragedie motoristiche”.
Ci sono affinità con il dramma di Schumi?
“Michael ha fatto l’osso, come sportivo, stento a credere che pochi mesi dopo il definitivo addio alle gare finisca così”.
Lei ha mai rischiato l’osso del collo?
“Due, tre volte sono stato molto fortunato, ero indietro come assetto, mi hanno salvato le barriere”.
Perchè lasciò nel 2002, a 37 anni, contro i 43 di Schumacher?
“Mi sono dedicato ad altro, non esistono solo le gare”.
Fernando Alonso come si troverà con Kimi Raikkonen?
“Penso che lo spagnolo sia molto forte, è incredibile nel preparare i gp. Il binomio della Rossa è fantastico per la F1, una combinazione veramente sexy, ma servirà anche calcolare bene le strategie”.
Non sono troppi due galli in un pollaio?
“La situazione è complicata per Alonso, talmente forte che potrebbe non reagire bene. In Mclaren non sarebbe proponibile questa situazione, esiste una seconda guida definita. Meglio per la Rossa avere un’opzione in più”.
Ma perchè ha scelto di rinunciare alla seconda guida di contorno? Barrichello e Massa, come lei, non distraevano energie dal primo pilota.
“Strano, ma buon per noi. Intendo che per i tifosi è spettacolare, per il ds Stefano Domenicali è più difficile”.
Irvine avrebbe meritato lo stesso trattamento di Raikkonen?
“Non lo so, ho svolto il mio lavoro al meglio. Schumi all’epoca era il numero uno e forse rimane il miglior driver di tutti i tempi, con Senna e il francese Alain Prost”.
E’ vero che due anni non guarda più un gran premio?
“Mi interessano di meno. Non mi piacciono i nuovi circuito, le nuove regole, le qualifiche fanno schifo, rispetto a un decennio fa è peggiorato molto il quadro. Sono persino cambiati i punteggi e i circuiti”.
Chi è il suo favorito per il mondiale?
“Mi auguro sempre che vincano Kimi o Alonso, conservo tanti amici in Ferrari e avrei piacere che tornassero a imporsi perchè quell’unico titolo del finlandese in un decennio è poco. Vettel quest’anno fatica, la Mercedes invece è molto forte e da anni non aveva una macchina così. Sogno Raikkonen primo all’ultima gara, mi piacerebbe: quando sono su un’isola magari trovo l’occasione per vedere la tv”.
Quei 4 poker in sequenza del mite Vettel nuoce al circus?
“Il suo essere schivo non c’entra, contano tracciati e regolamenti. Le qualifiche con 4 set di gomme non sono assennate”.
Cosa pensa del raddoppio dei punti all’ultima prova?
“Idiozia. Con queste regole magari avrei vinto anch’io”.
A lei cosa mancò per aggiudicarsi il titolo, 15 anni fa?
“La macchina che aveva il finlandese Mika Hakkinen. All’epoca fece doppietta, l’ingegneria incide tanto”.
A 49 anni non le viene voglia di rientrare in pista?
“Ho già dato, nella vita si cambia”.
Quando torna in Italia?
“L’anno scorso sono stato lì dopo il gp di Monza, in genere la data è quella. Adoro il vostro paese, ma più spesso sono negli Usa per lavoro”.
Resta in contatto con il vicepresidente Piero Ferrari?
“Più con amici non pubblici, come in Spagna e pure a Miami. Mi sento magari con Baldisseri e Domenicali, ma il tempo mio è andato, ora penso alla Eddie irvine home”.
Apprezza il calcio?
“No. E in fondo neanche più questa F1”.