Questa intervista era pensata per una testata nazionale.
Silvia Gilioli
Daniele Celestino Acciari, 28 anni, ha vinto il titolo mondiale di flipper la scorsa stagione e nel 2010, ora è dietro solo agli americani Zack Sharpe e Keith Elwin. Single, di professione è operaio ferroviario, aggiusta la parte elettrica dei treni.
Acciari, come ha iniziato a giocare?
“Al bar – racconta il campione romano, di Roccadipapa -, dai 7 ai 12 anni. Poi sono spariti, soppiantati dai videopoker. Ho ripreso a 22 anni, disputo tornei dal 2007”.
E quanto ha guadagnato?
“Alcuni flipper in regalo. Inoltre mi sono ripreso qualche soldo dalle trasferte, ripagandomi i biglietti aerei”.
Qual è il bello di questa passione?
“Rispetto ai videogames, la palla si muove davvero, devi gestirla bene. Le musiche perdipiù sono coinvolgenti, entri veramente nel tema della partita. E ai tornei siamo tutti amici, si mangia sempre insieme: ho girato parecchio il mondo, viaggiare è economico perchè ovunque trovo avversari o persone che mi ospitano”.
Ha tifosi?
“La maggioranza degli spettatori simpatizza per me, anche contro gli americani negli Usa. Questo è sorprendente, se pensiamo a quanto avviene nel calcio, in cui generalmente si tiene per la propria squadra. Io parlo con tutti i giocatori, per me sono tutti sullo stesso piano, mentre altri fra i migliori fanno comunella solo tra di loro”.
Quali sono i Paesi a maggiore tradizione?
“Gli Stati Uniti. Io sono il primo europeo, poi vengono svedesi e olandesi. Nel ranking c’è persino un 76enne, è l’inglese James Watson, numero 397: lo chiamano Gandalf per la barba lunghissima, sembra proprio il personaggio della saga Il Signore degli Anelli. E fra le prime 100 c’è quasi una decina di donne, la migliore è la svedese Helena Walter, 66^”.
Quanti tornei disputa?
“Da 3 anni, ne faccio 15 a stagione. A casa ho 42 coppe, per ogni piazzamento da podio, non so più dove metterle. Al pari dei flipper: 2 sono a casa, dove peraltro non gioco quasi mai perchè ho poco tempo, 5 nel garage e un altro da un amico”.
Questo gioco non dà dipendenza?
“Penso di no. Ma se anche fosse, sarebbe pacifica, non si spende quasi nulla, come alla playstation. E grazie ai flipper sono arrivato persino a Italia’s got talent, su Canale 5”.