di Silvia Gilioli e Vanni Zagnoli
Reggio
Ieri Augusto Daolio avrebbe compiuto 70 anni, è scomparso nel 1992. Chi come noi negli anni ’80 andava a scuola nel plesso di via Filippo Re aveva l’abitudine di incrociarlo davanti al suo negozio, Bagaj, verso la fine della strada.
Lì c’erano tre scuole storiche della città, a sinistra, la Filippo Re, appunto, segreteria di azienda e dintorni, il liceo scientifico Lazzaro Spallanzani (il biennio era in via Berta, vicino alla Ghiara) e la ragioneria Gasparo Scaruffi. Migliaia di giovani che andavano magari a mangiare qualcosa al Quick, pizza e gnocco a gogò, e andando a prendere il tram vedevano in strada quell’omone con la barba folta e lunga, brizzolata, gli occhiali larghi, rossi. Volutamente trasandato. Più spesso, per la verità, c’era la moglie Rosanna. Bagaj era un negozio di varie merci, vagamente etniche.
C’era anche Augusto ogni tanto, è capitato di incrociare anche Beppe Carletti e gli altri e gli studenti si fermavano in ammirazione del gruppo storico, fondato nel 1963 e capace di catturare milioni di persone.
“Come potete giudicar…”.
Oggi si chiude il Nomadincontro, bella occasione per ricordare quel negozio che poi la famiglia Daolio vendette. Neanche il Quick c’è più, c’è un kebab, segno della città che cambia.
Io avevo la Iotti cartoleria un quel periodo …quante tele e colori gli ho venduto …io ero giovane ..ma ricordo che si chiacchierava in allegria….